Automobilismo – Renè Arnoux a Castel d’Ario tra Nuvolari, la Ferrari e Villeneuve

Renè Arnoux (quarto da sinistra) nella serata di Castel d'Ario
Renè Arnoux (quarto da sinistra) nella serata di Castel d'Ario

CASTEL D’ARIO Il ricco calendario di appuntamenti promossi dal Comune di Castel d’Ario per celebrare il 130° anniversario dalla nascita di Tazio Nuvolari si è aperto con un ospite d’eccezione: l’ex pilota francese di Formula 1 René Arnoux, oggi imprenditore nel campo della meccanica di precisione per orologi. E non poteva essere altrimenti. Se i sorpassi del “Mantovano volante” sono stati consacrati alla leggenda dell’automobilismo, il driver transalpino ci ha regalato un duello storico, ruota contro ruota, con l’amico Gilles Villeneuve sul circuito di Digione nel 1979. Alla fine perse, per soli 24 centesimi di secondo, ma quelle sequenze sono tutt’ora impresse nella memoria dei tifosi. Il filmato di quella spettacolare sfida che ha scritto la storia della Formula 1 è stato riproposto mercoledì nella sala di Palazzo Pretorio. Ad introdurlo, tra gli applausi, è stato il sindaco Daniela Castro. E Arnoux non si è risparmiato, come del resto faceva in pista e prima ancora quando lavorava come meccanico a Torino dal preparatore Conrero, nel rispondere alle domande di Giampaolo Benedini, presidente della Scuderia Tazio Nuvolari Italia, e di Attilio Facconi, storico dell’auto, scrittore e prezioso collaboratore della Voce di Mantova. «Quando in sala stampa mi fecero rivedere il video di quella serie di sorpassi e controsorpassi, rimasi sorpreso pure io», ammette. «Ricordo che l’ingegner Forghieri (deus ex machina della Ferrari corse) mi disse che eravamo due pazzi. In effetti aveva un po’ ragione, tanto che a Gilles dicevo sempre: tu sei il pazzo numero uno, io il numero due». Un’amicizia, quella tra Arnoux e Villeneuve, fondata sulla stima reciproca e sulla condivisione della passione per i motori: «Nel paddock ci si confrontava e si scherzava, e spesso pranzavamo insieme». Nel 1983 il passaggio di René a Maranello: «Un sogno che si realizzava e che mi ha consacrato come pilota. E che onore quando Enzo Ferrari mi mandava a chiamare per fare la colazione insieme». Il nome di Arnoux non compare tra i campioni del mondo, ma con le sue sette vittorie è senz’altro nella memoria di tutti gli appassionati per la sua guida audace e combattiva e, soprattutto, per le molte gare da cineteca che ci ha regalato.