Basket A2 m – Pompea, Clarke: “Contento di essere tornato a casa”

Rotnei Clarke
Rotnei Clarke

MANTOVA La grave situazione per l’emergenza Coronavirus che si sta vivendo in Italia ha fermato lo sport almeno sino al 3 aprile. Da qui, per quanto riguarda la serie A2, la conseguente sospensione del campionato, in attesa che la Lega Nazionale Pallacanestro, la Fip e le società abbiano nuove indicazioni su come muoversi per un’eventuale ripresa, anche se sembra ormai impossibile, visto che il lockdown in Italia potrebbe essere prolungato. Intanto gli atleti della Pompea sono tutti a casa e hanno schede da seguire per mantenere la condizione. I due giocatori americani Rotnei Clarke e Kenny Lawson Jr hanno invece lasciato l’Italia alcuni giorni fa per tornare negli Stati Uniti. Il play biancorosso ha raccontato nei giorni scorsi al quotidiano IndyStar di Indianapolis l’odissea per far rientro nel suo Paese. «Viverlo in prima persona è stato qualcosa di surreale – spiega Clarke – Non sapevamo bene cosa pensare. Avevo sentito del Coronavirus, ma come la maggior parte della gente non pensavo potesse toccarmi così da vicino». L’8 marzo, dopo il decreto del Governo e la seguente quarantena, e il messaggio nel suo manager “se devi fa andar via la tua famiglia, fallo ora”, in fretta e furia lui e la moglie Patricia hanno preparato i bagagli. La moglie con i tre bimbi, Kyah 4 anni, Dre 3 e Canon 17 mesi, è partita il giorno stesso dall’aeroporto di Bologna per Atlanta e poi via a casa a Fayetteville, in Arkansas. Rotnei è rimasto a Mantova con i compagni. Sospesi allenamenti e partite, il 14 si è messo in viaggio per gli Usa: partito da Bologna è riuscito ad arrivare a Monaco, nonostante i numerosi voli cancellati. Da qui a Londra e dalla Capitale inglese il giorno dopo è riuscito a prendere un aereo per Chicago prima che fosse chiuso tutto. E finalmente si è riunito con la famiglia dopo 4 voli in due giorni. Poi però uno dei piccoli ha avuto la febbre. La moglie ha insistito per fare il tampone, visto il Paese di provenienza, e fortunatamente è risultato negativo per tutta la famiglia. Rotnei invece non lo ha fatto. «E’ stata un’esperienza assurda – spiega il play – Sono contento di essere tornato negli Stati Uniti».