Basket serie A2 m – Stings, l’ora dei saluti: Ghersetti è un caso

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Matteo Cassinerio

MANTOVA E’ l’ora dei saluti in casa Stings. Ufficiale la partenza di  Matteo Cassinerio, bandiera biancorossa che andrà a fare il capo allenatore al Bernareggio (in B). Possibile, anzi probabile anche quella di capitan  Mario Ghersetti, da tre stagioni a Mantova, anche se la società smentisce le voci circolate ieri di un divorzio già consumato. «Dobbiamo parlarci» fanno sapere dal club. «Aspetto una chiamata» riferisce il giocatore.
Ma ieri, come dicevamo, è stata la giornata di Cassinerio: 11 anni di Stings e un attaccamento totale ai colori biancorossi, con varie mansioni anche a livello giovanile. Matteo ha deciso di cambiare strada dopo quasi 400 partite da assistente allenatore perché all’improvviso si è aperta un’altra porta. Lo abbiamo raggiunto in Valtellina durante il Camp che cura da anni. «Ho ricevuto una proposta inaspettata e irrinunciabile – spiega – il presidente di Bernareggio è un amico e persona speciale. Non ho un procuratore e non credevo di dovermi spostare da Mantova. Ma questa opportunità non potevo lasciarmela sfuggire. Farò il capo allenatore in serie B e porterò avanti il progetto giovanile di una società molto legata al territorio, che crede e investe nel vivaio».
«Lasciare gli Stings – prosegue il Cassi – non è stato facile. Sono molto fortunato, a Mantova ho trovato persone speciali, a partire dal presidente e tutti quelli con cui ho lavorato senza il più piccolo problema. Da giocatore cercavo di rubare i segreti a chi era più bravo di me, così ho fatto con gli allenatori. Ringrazio il club per i tanti tecnici di profilo che ho incrociato e da cui ho imparato davvero tanto».
«Abbiamo passato un anno molto difficile per tanti aspetti – prosegue Matteo – e il Covid ci ha colpito per un mese pur in situazioni non gravi. Abbiamo passato momenti difficili con le famiglie, ma ne siamo usciti. Stanchezza, piccoli infortuni muscolari e qualche sconfitta di troppo ha portato al cambio del tecnico. Giocare senza pubblico ci ha messo meno ansia, ma soprattutto ha portato ad abbassare la concentrazione. Questo vale per tutti, giocatori, staff tecnico e arbitri, alla lunga ti fa “sedere”. Se dovessi fare l’elenco di tutte le persone da ingraziare, finirei domani. Non posso fare a meno di farlo col presidente, che ha sempre creduto in me. A Mantova ho casa e la mia fidanzata giocherà a San Giorgio anche il prossimo anno. Magari tornerò un giorno come capo allenatore».
Sergio Martini