MANTOVA Cosa succederà al Mantova e, più in generale, alla Serie D? La domanda, da un milione di dollari o forse più, è destinata oggi a ricevere qualche risposta. Magari parziale, ma almeno utile per fornire alla società indicazioni su come organizzare a breve termine la propria attività. Come diciamo in questa stessa pagina, il Comitato Regionale Lombardo ha già comunicato la sospensione di ogni attività fino al 3 aprile, allenamenti compresi. La Serie D sembra orientata a prendere la stessa direzione. Il rientro in campo era previsto per il 22 marzo (con il Mantova impegnato al Martelli, a porte chiuse, contro il Progresso), ma a questo punto tutto fa pensare ad un ulteriore rinvio al 5 aprile. Sempre che, naturalmente, l’emergenza Coronavirus sia nel frattempo rientrata.
Nel frattempo, l’ultimo decreto licenziato dal Governo ha fermato anche gli allenamenti dei biancorossi. Questi, infatti, sono consentiti solo agli “atleti professionisti e agli atleti di categoria assoluta partecipanti a giochi olimpici, manifestazioni nazionali o internazionali”. Il Mantova, squadra dilettantistica, non rientra nella casistica. Resta il dubbio su come interpretare l’espressione “manifestazione nazionale”: la Serie D da un lato lo è, visto che coinvolge squadre di tutta Italia; ma dall’altro è suddivisa in gironi “territoriali” che ne ridimensionano la connotazione nazionale. Nel dubbio, in viale Te hanno sospeso gli allenamenti, che dovevano riprendere domani pomeriggio.
Ma torniamo alla D. L’intenzione, come dicevamo, è rinviare anche le giornate del 22 e 29 marzo, per poi eventualmente ripartire il 5 aprile. È logico che, almeno un paio di settimane prima di riprendere a giocare, bisognerà anche ricominciare ad allenarsi. Il punto è quando sarà possibile farlo, ma questo difficilmente riuscirà a stabilirlo il Consiglio Lnd di oggi: la situazione è in continuo divenire ed ogni ulteriore disposizione verrà differita ad aprile.
Se l’attività riprendesse tra un mese, la Serie D dovrebbe riuscire ugualmente a condurre in porto la stagione. Certo con un notevole tour de force, fatto di turni infrasettimanali e chiusura posticipata a metà o fine giugno, ma comunque con successo. Diverso è il discorso se l’emergenza sanitaria non rientrasse in tempi brevi. In questo caso, mai verificatosi nel dopoguerra, il campionato potrebbe addirittura essere considerato concluso in anticipo. Oppure annullato. È un’ipotesi estrema, ma che in Figc devono cominciare a prendere in considerazione. Come detto, non esistono precedenti nè normative che prevedano questa eventualità. La Figc e le singole Leghe dovrebbero cercare insieme una soluzione, che i numerosi interessi in gioco rendono tutt’altro che semplice. Ma forse è meglio non spingersi troppo in avanti.