Calcio Eccellenza femminile – Bea Marchi: “Casalmartino, stagione complicata. Ma ora dobbiamo chiudere i conti salvezza”

carol savazzi e marchi

Roncoferraro Manca poco alla matematica salvezza per il Casalmartino. Nessuno pensava di fare i punti necessari sul campo del Monterosso, ma domani, in casa contro il fanalino Vighignolo, è un vero match ball. «Siamo vicinissime all’obiettivo – dichiara la “veterana” Beatrice Marchi -. Con il Monterosso, la regina del campionato, partivamo ad handicap viste le tante assenze. E’ stato un anno molto complicato per noi, siamo rimaste in poche. E a fine stagione si sente molto il carico delle partite scorse. Nessuno aveva delle pretese alte per questa trasferta. Di buono c’è la forza di volontà che ci mettono tutte le ragazze, che non mollano di un centimetro». Beatrice ha rimesso gli scarpini per necessità, ma ha già intrapreso la carriera di allenatrice. «Ho iniziato a giocare a 15 anni – ricorda – ho girato tutte le squadre mantovane; avevo smesso per poi ricominciare con l’Atletico Mantova dove ho conosciuto Balasini (dirigente e anima del club, ndr). Per problemi al crociato e un’ernia al collo mi sono fermata ancora per poi decidere di appendere gli scarpini al chiodo e iniziare la nuova carriera da allenatrice. Dallo scorso anno faccio parte dello staff del Casalmartino come vice di mister Arvani. Per me è una sfida perché il calcio mi ha dato tanto e vorrei trasmettere alle ragazze più giovani le mie stesse emozioni. Quest’anno ho deciso di tornare in campo per dare una mano, visto che siamo rimaste in poche». Tante difficoltà, si diceva, ma la salvezza è a portata di vittoria col Vighignolo. «Vogliamo i tre punti e scenderemo in campo con il giusto spirito. Abbiamo tanta voglia di riscatto anche se le forze rimaste sono poche, ma faremo di tutto per portarla a casa. Stavolta saremo noi a fare la partita e dovremo essere brave a sfruttare ogni occasione». Beatrice, dall’alto della sua esperienza, ha anche un consiglio per gli appassionati del calcio femminile e per le sue compagne. «Una cosa che posso insegnare è la capacità di ascoltare; le donne prendono tutto sul personale, più degli uomini. Se ci sono problemi in campo, è giusto parlarne per trovare soluzioni e capire ciò che le altre non riescono a vedere. La nostra è una società valida e spero che, in futuro, sia un punto di riferimento, nel mantovano, per tutte le ragazze che vogliono giocare a pallone. A chi insinua che il calcio femminile sia noioso dico che non sa tutto quello che sta dietro alla preparazione delle partite. Il nostro non è un mondo così distante da quello maschile, soprattutto sotto l’aspetto della qualità e della tecnica. E’ l’aspetto fisico che cambia. Ma non abbiamo nulla da invidiare al calcio dei maschi».