Calcio Serie B – Christian Botturi: “Mantova, uno step mentale per superare il tabù trasferta”

Christian Botturi
Christian Botturi

MANTOVA Christian Botturi non parlava pubblicamente dalla vigilia del campionato. Allora aveva suggerito all’ambiente Mantova (squadra, tifosi, addetti ai lavori) di «sintonizzarsi su “Radio Possanzini”». Due mesi dopo quell’appassionata conferenza stampa, il dt biancorosso da lì riparte per fare il punto della situazione. Alla sua maniera, non rinunciando alle metafore per rafforzare i concetti. E allora lasciamo la parola a Botturi: i destinatari dei suoi messaggi si mettano comodi e prendano appunti.
La radio – «Radio Possanzini: siamo sempre sintonizzati su quella frequenza – esordisce il dt – . E continueremo ad ascoltarla per tutti i mesi a venire».
Il bicchiere – «Se penso alla gara col Brescia è mezzo vuoto. Abbiamo perso due punti. Tuttavia, mi piace come abbiamo chiuso: all’attacco, dopo essere andati sotto e aver pareggiato. Significa che volevamo vincerla, e lo avremmo pure meritato. Se invece ragiono a 360 gradi, il bicchiere di queste prime otto giornate è mezzo pieno. Bisogna focalizzarsi però su due concetti: equilibrio e consapevolezza».
L’equilibrio – «Intendo dentro e fuori dal campo. All’interno del gruppo c’è, perchè sappiamo che la B è lunga e imprevedibile. Ancora ci manca a livello di risultati, perchè c’è una differenza oggettiva tra i punti raccolti in casa e quelli in trasferta. Ma l’equilibrio deve esserci anche all’esterno, nei giudizi. A volte sento esaltare o criticare con troppa velocità la squadra o un giocatore. Così, da una partita all’altra».
La consapevolezza – «Vorrei ricordare a tutti che razza di campionato stiamo affrontando. La Serie B ci ha imposto un salto di qualità netto rispetto alla Lega Pro. Noi la stiamo affrontando con tanti ragazzi che non hanno mai giocato in questa categoria. Siamo all’inizio di un percorso, stiamo imparando».
Il k-way – «Dobbiamo indossarlo per farci scivolare tutto addosso: critiche, mugugni, difficoltà. Le prime 8 partite hanno detto che possiamo giocarcela con tutti. Dimostriamolo anche nel ciclo di 5 gare che ci aspettano prima della prossima sosta. Provando innanzitutto a migliorare il ruolino in trasferta».
L’isola – «È il nostro approdo: l’isola della salvezza. La rotta è tracciata, sta a noi percorrerla. Undici punti li abbiamo raccolti, ne serviranno come minimo altri 35 per completare il viaggio. Solo quando ci arriveremo potremo eventualmente pensare ad altri lidi».
Il salto quantico – «È quello che chiedo ai calciatori. Non basta essere arrivati in B, bisogna dimostrare di esserne all’altezza. Come? Curando ogni aspetto: l’alimentazione, il fisico, la mente… Questi ragazzi hanno la fortuna di usufruire di un grande centro sportivo. Mi piace quando qualcuno si ferma in palestra qualche minuto in più. È questo l’atteggiamento giusto».
L’effetto Florida – «Il prof Venturati a Coverciano insisteva su questo concetto: l’influenza che può avere una parola, un’idea o un convincimento sul comportamento delle persone. Se continuiamo a dire che in casa vinciamo e in trasferta no, ci facciamo del male da soli. È vero che finora è andata così, forse perchè al Martelli ci sentiamo più protetti dall’ambiente o no so per quale altra ragione. Ma dobbiamo superare questo blocco. Ogni pallone, ogni fase della partita va gestita con la massima attenzione, grinta, lucidità. In casa come in trasferta. Altrimenti veniamo puniti. È un salto mentale, quello che chiedo alla squadra. Solo così daremo una svolta al nostro rendimento in trasferta».
L’iPhone scarico – «Mancuso e Aramu sono stati spesso oggetto di critiche in questa prima fase. Rispondo con la metafora dell’iPhone: quando non lo si utilizza per un po’ bisogna ricaricarlo, ma all’inizio fa fatica perfino ad accendersi. E quando si è acceso magari ti chiede l’aggiornamento. È per dire che questi due giocatori, dal talento indiscutibile, hanno avuto bisogno di tempo per connettersi alle idee e alla metodologia di mister Possanzini. Noi siamo contenti di come si sono inseriti. E sono certo che daranno tantissimo al Mantova. Fermo restando che fanno parte di un gruppo, ed è questo che deve emergere, non i singoli».
Il marmo – «Quella di sabato a Como non è un’amichevole dell’oratorio. Ci deve servire come tappa di avvicinamento alla ripresa del campionato, che ci vedrà impegnati in due trasferte di fila. Il nostro pensiero è alla prima, a Carrara. È la città del marmo e noi dovremo essere… duri come il marmo. È arrivato il momento di dare una sgasata al nostro cammino!».