Calcio Serie C – Mille non più mille: Mantova-Vis Pesaro vista da Chiara

corazon

Mantova Le grandi domande dell’uomo: chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Grandi domande, diverse risposte: da quelle profonde e altissime della filosofia e delle religioni, alla più prosaica «Ma chemme frega. Famme magnà..» della sora Lella.
Questa settimana, prima dell’ultima partita in casa contro la Vis Pesaro, ecco le grandi domande del tifoso biancorosso.
La prima: «Ha senso andare ai play off?».
Risposte varie: Andrea «Rilassatevi… ma che play off!», Cesare «Se dovesse arrivarci non avrebbe nulla da perdere… ed è un non indifferente vantaggio psicologico», Luca «Bisogna andare in campo sempre per vincere. Mai molar gninte».
Seconda domanda: «Questa squadra vale i play off?».
Bice non demorde «Forza Mantova, forza ragazzi», Cristian risponde con un secco «No!». Renata lascia uno spiraglio di speranza «Forse no, ma sognare non costa nulla». Davide esprime una convinzione comune a tanti, tantissimi «Sì, per me li vale, ma non c’è la volontà di farli» e Brutto Gnocco si limita ad un «Ok!».
Poi dalle parole si passa ai fatti.
Ore 20 e 30 inizia il match. Sarebbe bello se i nostri smentissero le “delusioni” degli ultimi mesi. Se giocassero. Se ci provassero. Se dessero seguito alle tante e finora vane affermazioni d’intenti. Sarebbe bello che ci potessimo rimangiare i giudizi negativi.
Invece meno di 10 minuti e siamo sotto di un gol. Marco «Della serie: pronti, attenti, goal!», Japy «Ogni volta che si parla di play off a ciapema al gol», Cristian «Però stavolta hanno resistito 8 minuti…».
Il Mantova non sembra abbia voglia di reagire. Davide «Forse è una squadra di ballo e non ce ne siamo accorti. Dai che balliamo la macarena… Eeee macarena.. uè!».
E così, tra ridere e scherzare, si arriva al 94’ senza colpo ferire.
Alla fine è tutto un clangore di spade ed armature. I tifosi, inutile negarlo, sono neri ed armati di… parolacce.
Resiste una piccola pattuglia di quelli che «era importante salvarsi, il resto non conta», ma è minoranza. Davide ad esempio su Troise: «Triste o no, lui ci ha salvato. Grazie lo stesso». Fabio «Guardiamo avanti!». E Baro Barù «Forza Mantova sempre e comunque, per la maglia!».
Già, come dice Ettore «Nulla toglierà la nostra fede», però ormai i più non sono affatto pieni di amor cortese.
Breve esempio: Davide «86 minuti per recuperare, non un tiro in porta. Applausi. Sipario», Rudy «Non ce la faccio a vedere
il Mantova ridotto a non giocare a calcio», Stefano «A posto. Finita anche oggi!», Maurizio «Inguardabili!», Laura «No comment», Renata «Non ci sono parole, solo parolacce», Roberto «Guardi la partita e ti viene da mandare dei cancheri», Cesare «Prestazione indegna», Davide «E pensare che bastava tirare la palla dove ci sono due pali e una traversa», Martina «Oddio, am vegn ingosa!», Marco «L’è sempre cla fola!», Francesco «Possiamo non giocare la prossima?».
Troise parla di compattezza della squadra, che a suo dire mancherebbe solo di precisione e tranquillità. Romano gli risponde «Si tacuisses, philosophus mansisses».
E al social della società che titola «Non molliamo, testa al match di Trieste» risponde Matteo che prima dice «Eh? Non molliamo cosa? Bestemmie?» e poi, laconico, ha un vero lampo di genio «Siete come l’ergastolo: fine pena MAI».
Inutile: siamo tutti come il supertifoso Ivan che a fine gara scrive «Vado a letto, che è meglio, sperando di dormire con tutta questa amarezza!».
E buonanotte al secchio. (Chiara Sanguanini)