Mantova Vent’anni il prossimo 25 novembre, nativo di Jesolo, degno erede di papà Marco (ex portiere del Chievo in B negli anni ’90), Nicola Borghetto è una delle note più liete del Mantova. Si è spesso messo in luce tra i pali, nonostante una buona dose di sfortuna l’abbia costretto a saltare qualche partita. Pure a Como è stato tra i pochi biancorossi a svettare, anche se sul gol decisivo non è apparso impeccabile.
Partiamo proprio da qui. Pensi di aver sbagliato qualcosa nell’uscita?
«L’ho rivisto più volte, ma non mi sembra. Ho scelto i tempi giusti: Borghese mi ha semplicemente anticipato partendo più avanti dei nostri difensori, in fuorigioco».
I tuoi dribbling sulla trequarti nel finale, a testimoniare la voglia di spingere tutti in avanti, sono piaciuti a Morgia…
«È stata una cosa istintiva. Volevo mandare la palla il più avanti possibile per far gol e, a costo di rischiare di perderla, mi sono lanciato».
Perchè il Mantova ha perso a Como?
«Ci siamo adattati al loro gioco e non abbiamo fatto il nostro».
Forse l’occasione avuta dal Como in apertura, con la tua bellissima parata, vi ha un po’ intimoriti?
«No, questo no. Perchè anche noi, dopo le loro, abbiamo avuto un paio di occasioni importanti con Scotto».
Sul rigore tirato alto da Gentile c’è anche il tuo zampino?
«No, ha sbagliato lui. Qualcuno dice che Cuffa gli ha fatto la buca sul dischetto, ma non è così: è stato un errore di Gentile e basta».
Cosa cambia ora per voi?
«Niente. Da inseguiti siamo diventati inseguitori. Ragioniamo partita per partita: ne abbiamo 11 davanti, pensiamo a vincere. A partire da domenica col Villa d’Almè».
E per il Como pensi che cambierà qualcosa?
«Io non credo che il Como possa continuare a questi ritmi. Quel che ha dimostrato domenica è solo un caso: prima o poi rallenteranno e noi dovremo approfittarne».
Sei soddisfatto della tua stagione?
«Sì perchè ho preso pochi gol. Ma questo è merito anche dei miei compagni in difesa, che fanno passare pochi palloni in area».
La tua parata migliore?
«Ne scelgo due: quella di domenica scorsa a Como, nei primi minuti; e quella di Scanzorosciate (un doppio intervento strepitoso a fine primo tempo, ndr)».
Hai seguito un percorso inusuale: debutto in prima squadra (prima con la Liventina e poi con una stagione da titolare a Belluno) e successivamente l’esperienza con la Primavera del Verona…
«L’anno a Verona è stato determinante perchè mi allenavo spesso con la prima squadra. Sono cresciuto tantissimo, anche solo guardando come lavoravano gli altri. E non parlo solo dei portieri».
In cosa sei progredito di più?
«Mi sono rafforzato soprattutto a livello mentale».
E dove pensi di avere maggiori margini di crescita?
«Devo lavorare sul potenziamento fisico».
Chi è il tuo modello tra i pali?
«Buffon. Anche se sono milanista».
Il 2019 sarà speciale per te, visto che compirai 20 anni. E poi?
«Vorrei fare del calcio il mio lavoro».
Sei ottimista per la corsa alla C?
«Come dicevo prima, il Como rallenterà. Quindi sì, sono fiducioso».