Calcio – Spadafora: “Sì al pubblico negli stadi”

Il ministro: “Fino a mille spettatori per tutte le competizioni sportive all’aperto”. Il Crl pronto ad attivarsi: “Ma gli slogan non bastano, serve un decreto”

stadio

MANTOVA Porte aperte, porte chiuse, porte girevoli. Dopo che il Crl ha precisato, a seguito del “chiarimento” pubblicato dalla Figc sul tema “presenza del pubblico”, che fino al 7 ottobre le partite di Coppa e campionato si sarebbero disputate a porte chiuse, scatenando la protesta delle società, ieri l’annuncio del ministro dello Sport  Vincenzo Spadafora ha cambiato nettamente lo scenario. «Mille spettatori – ha garantito – potranno assistere a tutte le competizioni sportive che si terranno all’aperto. Nelle prossime ore verrà ufficializzata la decisione – ha aggiunto – ma desidero sin da subito ringraziare il ministro Speranza per la collaborazione e il Comitato Tecnico scientifico per aver tempestivamente programmato l’audizione che ho richiesto. Dal confronto con i rappresentanti dei miei uffici, sono emerse le condizioni per un ulteriore approfondimento delle questioni riguardanti il mondo sportivo e per la condivisione del nostro punto di vista in merito all’esigenza di non differenziare tra eventi culturali ed eventi sportivi».
«Finalmente – ha annunciato il ministro – già a partire dalle semifinali e dalle finali degli Internazionali di tennis, potranno assistere mille spettatori a tutte le competizioni sportive che si terranno all’aperto e che rispetteranno scrupolosamente le regole previste in merito a distanziamento, mascherine, prenotazione dei posti a sedere: un primo, ma significativo passo verso il ritorno, speriamo presto, alla normalità nello sport. Auspico il più rapido compimento di tutte le azioni necessarie per rendere immediatamente applicabile quanto deciso» ha concluso Spadafora, in relazione alla decisione del CTS a seguito della riunione di martedì 15 settembre nella quale è stato audito il Capo Dipartimento per lo Sport.
E quindi, ora come si devono regolare le società? Il Comitato del Veneto ha aperto gli stadi, forte di un’ordinanza regionale. Il Crl attende l’annunciato decreto, senza il quale ha le mani legate. «A Roma – dice la vice presidente  Paola Rasori – fanno interviste, ma non le leggi. Se questo decreto arriverà, siamo pronti e felici di autorizzare le società ad aprire gli stadi. Capisco perfettamente le esigenze dei club, ma noi dobbiamo attenerci alle disposizioni governative».