Quelli che il calcio… al Martelli: i nostri tifosi (archetipi per ridere)

corazon

di Chiara Sanguanini

Quelli che… soffrono per procura
Sembra incredibile, ma esiste una categoria di persone a cui dello sport in generale, e del calcio in particolare, non gliene può fregare di meno: non conoscono regole, nomi dei giocatori, punteggi…

Però soffrono del tifo altrui: soffrono o gioiscono per procura, per simpatia, per evitare musi lunghi in casa.

Io ho almeno un paio di amiche alle quali del calcio in generale, e del Mantova in particolare, interessa ben poco. O meglio, interessava ben poco.

Finché la mia amata squadra si barcamenava senza infamia e senza lode e l’unico obiettivo era salvarsi, ero sistematicamente ignorata, ma quando, ed è successo spesso, si soffriva per non retrocedere, ecco che le catene di Sant’Antonio circolavano sul gruppo e iniziavano i pellegrinaggi.

Ogni amica, una funzione; una ha il compito più impegnativo: accompagnarmi, quando una partita è particolarmente determinante, in un paesino della Bassa (assolutamente vietato farne il nome, può essere ancora utile).

Ma perché?

Forse perché una volta, durante una gita scolastica in quello stesso paese, il Mantova giocava una partita importante e vinse?

Può essere, ma la scaramanzia non ha bisogno di giustificazioni.

Poi ci sono le addette al risultato: quelle che o sul cellulare o addirittura alla tv seguono la partita e mi tengono aggiornata se non posso farlo personalmente. So di amiche che tengono le dita incrociate per tutto il tempo e siccome nessuna è più tanto giovane, si ritrovano con dolori alle mani assolutamente evitabili, altre che non reggono lo stress.

Perché?

Un po’ perché temono il mio umore se il Mantova perde e molto perché forse mi vogliono bene.

La cavalcata del Mantova le ha viste tutte coinvolte, tutte appassionate: sembrava quasi che gliene importasse davvero.