Tennis tavolo paralimpico – Il sogno a cinque cerchi di Michela Brunelli: “Sono qualificata, ma ora è tutto incerto”

brunel
Michela Brunelli (a sinistra) con Giada Rossi medagliate ai Campionati Europei 2019 in Svezia

CASTEL GOFFREDO Sono state pubblicate le classifiche di fine marzo, che saranno utilizzate per definire l’elenco degli atleti qualificati alle Paralimpiadi di Tokyo 2020. Anche se le graduatorie sono propedeutiche e l’ufficializzazione avverrà a inizio aprile, è già sicuro che saranno ben cinque gli azzurri che rientreranno nel ristretto numero dei pongisti ammessi direttamente sulla base dei ranking.
Si tratta di Michela Brunelli, della Brunetti Castel Goffredo, ottava in classe 3; Giada Rossi (Lo Sport è Vita Onlus), prima in classe 2, Andrea Borgato (Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre) e Federico Falco (Fondazione Bentegodi), settimo e ottavo in classe 1, e Amine Kalem (Romagnano), quinto in classe 9.

Gli altri protagonisti dei Giochi saranno stabiliti dal 9 all’11 maggio, a Lasko, in Slovenia, con un torneo di qualificazione mondiale, che per il momento non è stato rinviato, mentre i restanti posti saranno assegnati (discrezionalmente) dall’Ittf a metà maggio.

Per la 45enne veronese Brunelli, che da questa stagione difende i colori della Brunetti, sarà la quarta partecipazione paralimpica, dopo quelle di Pechino 2008, Londra 2012 e Rio 2016. Il suo esordio internazionale risale al 1998 e al suo attivo, fra i moltissimi podi, spiccano il titolo mondiale a squadre nel 2017 e l’argento paralimpico di Pechino. In singolare ci sono il bronzo europeo del 2005 e il clamoroso ritorno in zona medaglie con l’argento conquistato lo scorso settembre a Helsingborg, in Svezia.
«Ho fatto una grande stagione – racconta la pongista di Bussolengo – sia a livello di club che di nazionale. All’Europeo ho ottenuto la medaglia d’argento in una classe difficilissima, la terza, dove le concorrenti sono le fortissime asiatiche. Nell’ultima prova in Polonia ho conquistato parecchi punti e sono salita all’8° posto nel ranking mondiale, che mi garantisce la qualifica ai Giochi. Ma staremo a vedere, perché ora è tutto incerto. Dal primo marzo non posso allenarmi. Noi atleti paralimpici restiamo a casa, anche perché abbiamo poca capacità polmonare e il rischio di ammalarci è alto. Speriamo che tutti lo facciano e si torni presto alla normalità».