Rsa Nuvolari, prove di normalità: accolto il primo nuovo ospite

RONCOFERRARO A distanza di mesi dall’ultimo ingresso e dopo il lungo lockdown che aveva imposto la chiusura a nuovi arrivi per ovvie ragioni di sicurezza, la Rsa della Fondazione Nuvolari di Roncoferraro riapre i propri battenti agli ospiti. Nella mattinata odierna sarà infatti accolta una nuova “inquilina”. Si tratta di una signora proveniente da un’altra struttura del Mantovano. Con l’ingresso della nuova ospite si apre ufficialmente la fase della ripartenza anche nella struttura roncoferrarese, una delle poche in cui non erano stati registrati casi di Coronavirus. La donna era da tempo in lista d’attesa e prima del trasferimento aveva comunque provveduto a verificare la sua negatività al virus. «Diciamo che è un primo passo verso la normalità, ma l’importante è avere imboccato la strada giusta e confidiamo nella possibilità di riuscire a tornare a pieno regime entro breve, sempre nel pieno rispetto delle liste d’attesa – commenta il presidente della Fondazione  Paolo Oliviero  -. Nel frattempo è stato costituito un Comitato interno per la gestione emergenza Covid-19 e sono state adottate e aggiornate le procedure e i protocolli aziendali per consentire lo svolgimento dell’attività secondo le indicazioni normative e di sicurezza». Il Piano testimonia il grande sforzo in atto per garantire la massima sicurezza dei circa 100 anziani presenti in struttura. Il presidente Oliviero, unitamente a tutto il Consiglio di Amministrazione hanno ringraziato per l’attività sanitaria e le decisioni condivise il medico responsabile della struttura, dottor  Stefano Chiavelli , e i tutti i medici e gli infermieri della Fondazione. «Ma i nostri ringraziamenti – aggiunge – vanno ovviamente estesi alla direttrice  Tiziana Bellini  e a tutto il personale dipendente per la dedizione e la professionalità, l’attenzione e la cura avuta nei confronti dei nostri ospiti in questi mesi difficili; senza dimenticare le loro famiglie, che ci hanno dimostrato fiducia e sostegno in questo momento di particolare difficoltà relazionale con i propri cari».

Matteo Vincenzi