L’eccezionale carisma di Anna Caterina Antonacci racconta il dramma di Medea sabato 10 febbraio al Paganini di Parma

PARMA Anna Caterina Antonacci, ovvero uno dei talenti più affascinanti del teatro musicale di oggi, in cui si distingue per essere un’interprete straordinariamente magnetica, ritorna alla Filarmonica Toscanini per interpretare il melodramma Medea che il compositore ceco Jiří Antonín Benda scrisse nel 1775 su testo tedesco di Friedrich Wilhelm Gotter (da Euripide). L’appuntamento è per sabato 10 febbraio (ore 20.30) all’Auditorium Paganini di Parma per una serata nella quale la Filarmonica Arturo Toscanini diretta dal greco George Petrou si cimenterà anche nella Sinfonia n. 1 “La Primavera” di Robert Schumann.

In passato superba protagonista vocale del grande ruolo tragico delle opere di Cherubini e Charpentier, in questo melologo la Antonacci sarà voce narrante. Medea, sia vestita d’antico che in abito più recente, rimane comunque un soggetto potente e terribile e – anche nella sua forma più idilliaca che la musica di Benda le conferisce – suona comunque urgente, psicologicamente intensa. Compito principale che Benda si impone (per altro la sua musica era apprezzatissima da Mozart) è sostenere l’effetto drammatico del testo: poiché la musica s’insinua nelle pause di esso per aumentarne sia l’imponenza espressiva sia la veridicità drammatica, che per Benda è requisito fondamentale,

Sarà un debutto per Antonacci che si dovrà cimentare in una recitazione complessa e difficoltosa: la musica segue strettissimamente il testo insinuandosi anche dopo pochissime battute per un formidabile gioco ad incastro. Interpreterà tutte le voci: questo sia perché, oggettivamente, gli altri personaggi hanno delle parti piccole, sia perché, in questo modo, a parlare in lei sarà davvero la sua coscienza. “La Medea di Benda si parla “nella testa” – dice la Antonacci – interpretando sia sé stessa, sia i figli, sia la nuova moglie di Giasone, Giasone stesso e la governante. Ciò, oltre ad essere di estremo interesse, è davvero espressione di un’idea teatrale che guarda in avanti, verso la nostra epoca”.

Nel concerto verrà eseguita per la prima volta la versione in italiano, coeva a quella tedesca, che si basa sul materiale custodito nella Biblioteca del Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli; si tratta della partitura manoscritta correlata alla rappresentazione del melodramma tra il 1786 e il 1790 al Teatro de’ Fiorentini, e di un libretto a stampa. Molto probabilmente a portare questa Medea a Napoli fu il diplomatico Norbert Hadrava desideroso di far conoscere alla città partenopea le musiche di autori cechi. La partitura in oggetto comprendeva in origine solo il testo tedesco di Gotter, ma, successivamente, una mano diversa e ignota ha aggiunto la traduzione italiana, la stessa stampata nel libretto; fedele all’originale, essa esibisce uno stile metastasiano di inappuntabile qualità.

Il melologo sarà preceduto dall’esecuzione della Sinfonia n.1 che Schumann scrisse nel 1841 in pochissimi mesi: una musica colorata, piene d’energia a partire dalla solenne grande fanfara di ottoni. Il compositore voleva che quest’apertura si presentasse… “come una chiamata che risveglia gli ascoltatori” … Se pensiamo che i suoni della primavera debbano essere semplicemente morbidi e carezzevoli occorre ripensarci, perché qui (ispirato anche dal suo felice matrimonio con Clara Wieck), Schumann, catturando la gioia per l’arrivo del momento tanto agognato, infonde nella musica passaggi percussivi e richiami elettrizzanti degli ottoni, creando un brillante inno alla stagione della nuova vita.

Si dice che questa apertura, esultante e celebrativa, sia stata ispirata dai versi finali di una poesia di Adolf Böttger che recita: O muta, muta il tuo corso, nella valle sboccia la primavera! Segue il primo movimento vivace e frenetico, a cui subentra un secondo lirico, uno stupendo larghetto, un terzo lo Scherzo energico e danzante, prima del finale animato per concludersi con una sorta di marcia trionfale.

A dirigere la Filarmonica Toscanini ritorna George Petrou, considerato uno dei più sensibili interpreti del repertorio barocco nel suo senso più esteso, che arriva ad abbracciare anche la musica del XVII e XIX secolo e passa sino alla musica contemporanea. Dalla stagione 2021-2022 egli è il nuovo direttore artistico del Festival internazionale Händel-Festspiele di Göttingen ed è inoltre direttore artistico dell’orchestra Armonia Atenea con la quale effettua numerose tournée e registrazioni, esibendosi sia su strumenti d’epoca che moderni.

La 48a Stagione di Concerti si svolge grazie al contributo di: Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Fondazione Cariparma, Fondazione Monteparma, Comune e Provincia di Parma e i Comuni soci di Busseto, Castelfranco Emilia, Modena, Sassuolo, Unione Pedemontana Parmense e la Fondazione Teatro Rossini di Lugo. Sono Sostenitori e Sponsor: Barilla, Cepim, Hera.comm, Chiesi, Parmalat, F.lli Galloni, Opem, Dallara, Bonatti, La Giovane, Credit Agricole Italia, Macchine Soncini Alberto, LSI Lamiere, Assicoop Emilia Nord-UnipolSai; Casappa SpA.

La Biglietteria della Fondazione è aperta presso il CPM Arturo Toscanini, all’interno del Parco della Musica, Viale Barilla 27/A, Parma dal martedì al venerdì dalle 10 alle 13, il giovedì e venerdì dalle 15 alle 18. Per informazioni è possibile telefonare allo 0521/391339, scrivere all’indirizzo biglietteria@latoscanini.it. La vendita online è attiva sul sito www.biglietterialatoscanini.it. Il botteghino dell’Auditorium apre la sera stessa del concerto alle 19.00.