Calcio – Gravina: “Non fermerò i campionati”. Speranza: “Prima la vita delle persone”

Il presidente della Figc Gravina al lavoro per dare un futuro al calcio italiano

Mantova L’attesa per il vertice di domani tra il Governo e le leghe della Figc è palpabile. Sì perchè da questo incontro si potrà capire qualcosa in più sui campionati bloccati lo scorso marzo: se e come andranno avanti o se invece si dovrà sancire la fine dei giochi.
Nel frattempo però, tra le parti si accendono continui botta e risposta, che non fanno altro che inasprire gli animi e a mettere ancora più confusione, proprio in un momento in cui serve maggior chiarezza. Ospite a “Che Tempo che Fa”, domenica sera, il Presidente della Figc Gabriele Gravina, interpellato sul tema campionati è stato molto chiaro: «Non sarò io il becchino del calcio italiano. Fermarsi oggi sarebbe un disastro – continua Gravina -. Se il calcio non ripartisse, ci sarebbe un pesante impatto negativo sul settore ma anche sul Paese, visto che movimentiamo circa 5 miliardi. Chi vincerà il campionato? La squadra che farà più punti perché sono convinto che continueremo a dare gioia e speranza agli italiani». Gravina, come è sembrato capire fin dall’inizio non vuole assumersi la responsabilità di fermare i campionati. Una responsabilità che potrebbe assumersi il Governo? Come per altro ha fatto con i DPCM. «Personalmente accoglierei una loro scelta con sollievo: potete immaginare il dramma che sto vivendo nel reggere questa mia battaglia. Il calcio italiano non è una monade che vive in maniera separata rispetto alle altre categorie del paese o a istituzioni internazionali, facciamo parte delle federazione europee e mondiali. Ma c’è il sentimento della speranza, anche. Chiedo di essere considerato come movimento d’impatto socio-economico per il Paese alla pari di ogni altro settore. La FIGC, grazie anche ai professori Ricciardi, Vaia e alla commissione tecnico-scientifica, ha presentato un protocollo che garantisce la negatività di un gruppo chiuso. Non vedo troppe preoccupazioni, anche se sul mondo amatoriale è difficile governare, ma stiamo cercando un confronto più ampio anche su questo». Ed è proprio su quest’ultimo pensiero che aumentano i dubbi su una possibile ripresa dei campionati di Serie D. Le società ormai si sono già espresse. Tutte chiedono lo stop, ma di conseguenza la Figc dovrà individuare una formula conciliante (difficile da trovare), per decretare i vincitori. Intanto ieri mattina a Radio Capital, il Ministro della Salute Roberto  Speranza ha risposto a Gravina. «Sono un grande appassionato di calcio ma con più di 400 morti al giorno con sincerità è l’ultimo problema di cui possiamo occuparci. Lo dico con il massimo rispetto: viene prima la vita delle persone. Le priorità del Paese oggi sono altre. Lavoreremo perché a un certo punto si possa riprendere la vita normale, ma la priorità in questo momento deve essere ancora quella di salvare la vita delle persone». Parole condivisibili.
Tommaso Bellini