Agricoltori su Mantova -Cremona: spreco inutile

Confagricoltura boccia il progetto “insostenibile”

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MANTOVA  «Ribadiamo la nostra contrarietà all’autostrada Mantova-Cremona, opera che, ad oggi, non è sostenibile dal territorio». Queste le parole del presidente di Confagricoltura Mantova Alberto Cortesi in vista del tavolo regionale dedicato all’infrastruttura, in programma nella giornata di oggi a Milano. «Da parte nostra – prosegue Cortesi – c’è sempre stata coerenza sul tema. Rimango stupito dal cambio di posizione di altri soggetti, che nel giro di un paio di giorni hanno modificato totalmente la propria idea, schierandosi dalla parte dei sostenitori dell’opera. Opera che, lo ripetiamo, al momento non è sostenibile dal territorio, con costi altissimi e budget non in grado di coprirli, come è emerso dalle recenti analisi».  Confagricoltura «non è assolutamente contraria alle grandi opere – prosegue Cortesi – perché le merci hanno bisogno di strade e ferrovie efficienti per poter giungere con velocità sui mercati nazionali ed internazionali. In questo momento storico però è prioritario dare la precedenza alle opere del fronte locale, come la chiusura del sistema di tangenziali della città (l’asse sud fino a Bagnolo), la Pope, la Gronda nord di Viadana e, più in generale, alla riqualificazione dei ponti e delle arterie stradali esistenti, che versano per la maggior parte in condizioni disastrose. Fondamentale poi incentivare il trasporto su rotaia, con il raddoppio della linea Mantova-Milano in cima alla lista».
Senza contare poi la questione suolo: «Il consumo di suolo è un problema che non va assolutamente sottovalutato, specialmente in province a vocazione agricola come la nostra e quella di Cremona. Sul tema la politica negli ultimi anni è rimasta colpevolmente sorda, non possiamo quindi dirci d’accordo con un’opera che contribuirebbe a ridurre il terreno agricolo a disposizione, portando a una sempre maggiore frammentazione del paesaggio rurale, che i nostri imprenditori agricoli ogni giorno contribuiscono a tutelare con il loro lavoro».