Amata Siria: dare voce e fare luce sul conflitto siriano

MANTOVA «“Amata Siria” è un’iniziativa vuole accendere una luce sul conflitto che sta ormai lacerando da dieci anni il popolo siriano. È un pensiero che angoscia, immaginare da occidentali che vi possa essere in corso un conflitto che dura da così tanto tempo. Ci si vuole quindi interrogare sulle prospettive, sugli scenari e gli sviluppi di questa guerra, ma soprattutto vorremmo che questo progetto coinvolgesse le scuole, i ragazzi, e che si realizzasse mediante linguaggio dell’arte e della musica». A parlare è l’assessore al Welfare e all’immigrazione, Andrea Caprini, che ha presentato ieri presso il palazzo comunale la “tappa speciale” di Amata Siria, che si terrà il 29 settembre presso l’auditorium del conservatorio Lucio Campiani di Mantova, alle 10 (per le scuole) e alle 19 (per la cittadinanza), con riproduzione successiva on line sul canale Youtube. Marta Cicu, presidente dell’associazione culturale Amata Siria, si sofferma sui diversi ambiti dell’evento. «Un aspetto della tappa speciale è rappresentato senz’altro dal coinvolgimento attivo degli studenti, appartenenti al liceo Isabella D’Este, alla scuola media Bertazzolo e all’IC di Ceresara. Con loro ci auspichiamo un dibattito che possa essere il più possibile alla pari, senza un distacco netto dato dall’età; la loro partecipazione sarà inoltre effettivamente visibile nelle coreografie di danza contemporanea messe in scena dagli studenti del liceo coreutico». AMATA SIRIA è sì un progetto musicale, artistico ma è anche dibattito con massimi esperti quali Achille Amerio, Nabil Al Lao, Riccardo Cristiano e Giordano Cavallari, conduttore del dibattito. «Saranno flash illuminanti i temi trattati durante il dibattito, – dice Cavallari – verteranno sulle cause reali della guerra in Siria, sull’uso delle armi chimiche sul popolo siriano e su come sono state date le informazioni relative al conflitto». Da ultimo, «Amata Siria vuole essere un dialogo – conclude Federica Restani, curatrice della regia dello spettacolo – con le scuole e con la comunità attraverso un format che serve ad avvicinare il pubblico ad una realtà, quella siriana, che è essa stessa parte della nostra società».
Barbara Barison