MANTOVA Il Gran Premio Nuvolari 2025 è andato in archivio con il prestigioso sigillo della 35° edizione. A fine competizione ha orgogliosamente spento 30 candeline Attilio Facconi, il nostro collaboratore che ha seguito la gara internazionale di auto d’epoca ininterrottamente dal 1996. Tre decenni consecutivi da giornalista, inviato per “la Voce di Mantova” dove ha raccontato con passione e competenza i diversi momenti della manifestazione approfondendone la storia, illustrando il patrimonio automobilistico e descrivendo puntualmente gli aspetti agonistici.
Per 30 volte inviato al Gran Premio Nuvolari è una esperienza interessante ricca di racconti curiosità e aneddoti, che riassumiamo in questa intervista.
Trenta Gran Premi, e già 31 Mille Miglia, qual è il segreto di tanta costanza e interesse per questo mondo?
«E’ una passione che ho ereditato da mio padre, che in questi oltre tre decenni ho potuto alimentare seguendo Mille Miglia in primavera e GP in autunno. Sono appuntamenti, che mi hanno continuamente suscitato interesse e stimolato nell’approfondire le ricerche su auto, piloti e la loro storia».
Cosa ti ricordi delle prime edizioni?
«Ricordo l’esordio, la prima volta da inviato. Una corsa impegnativa disturbata dal mal tempo e forte pioggia, sulle strade del Lago di Garda in particolare. Rimasi affascinato nel veder in gara l’esemplare Alfa Romeo BP3, il bolide su cui Tazio vinse gare memorabili. Osservavo e parlavo con i big dell’epoca in particolare Giuliano Canè e Roberto Vesco, ancora oggi protagonista. Vinsero a sorpresa i coniugi Franciosi sulla piccola Giaur Taraschi 750 Sport (1951), intervistati mi spiegarono particolari della loro corsa».
Come è cresciuto e cambiato il GP?
«Sin dalle prime edizioni il GP si è sempre caratterizzato per essere una competizione agonisticamente impegnativa, peculiarità che ha conservato. L’internazionalità distingueva la corsa già dalle prime edizioni con la partecipazione di molte scuderie e collezionisti europei e i giapponesi. Questi elementi si sono conservati e penso siano sono stati i motivi fondamentali di grande crescita della competizione fino a collocarsi tra le più qualificate e partecipate al mondo. Questo, unito alla capacità degli organizzatori della Mantova Corse, sempre gli stessi sin dalla prima edizione».
«Inoltre al GP hanno sempre gareggiato vetture di prestigio collezionistico e esemplari unici. Emozionante vedere in moto la potente e gloriosa Alfa Romeo BP3, bolide plurivittorioso con Tazio e l’esemplare Cisitalia Abarth 204, utilizzata dal “Campione” nelle sue ultime gare. Impossibile dimenticare le Ferrari 340 MM e 375 MM vetture da competizione utilizzate da Piero Taruffi e Eugenio Castellotti».
Ci sono delle edizioni che ricordi più di altre?
«Giornalisticamente e sportivamente le vittorie dei piloti mantovani, Angelo Mezzadri nel 2001 e Alberto Aliverti nel 2022, la prima vittoria straniera nel 2002 con gli argentini Scalise-Claramont e la conquista del GP del 1999 di Fabio Salvinelli, al tempo il più giovane pilota sul podio. Impossibile non ricordare per molte edizioni il duello per la vittoria tra Giuliano Canè e il compianto Luciano Viaro. Aggiungo anche due edizioni con un contesto sociale diciamo “delicato”: la corsa del 2001, partita pochi giorni dopo l’attentato delle torri gemelle a New York dove da noi gareggiavano alcuni equipaggi provenienti degli States. Impossibile dimenticare la corsa del “coraggio”, nel post-covid del 2020, con distanziamenti tra le persone e mascherina, ma conclusa con gioia di tutti».
Dei personaggi famosi e piloti hai qualche ricordo particolare?
«Le interviste o spesso chiaccherate con i plurivincitori, Canè, Passanante, Viaro e Andrea e Roberto Vesco mirate a carpire i loro segreti. Ricordo con piacere l’intervista al Principe Vittorio Emanuele di Savoia, in gara con Fabrizio Giugiaro, che si è protratta a lungo ben oltre le domande concordate. Lo incuriosii mostrandogli una rara fotografia di suo padre, il Principe Umberto di Savoia, in visita a Canneto sull’Oglio nel 1941. Mi diede il suo indirizzo privato di Ginevra, chiedendomi di poterne avere una copia, che puntualmente gli recapitai. Rammento le entusiastiche partecipazioni dell’attrice e scrittrice Anna Kanakis, che ci ha prematuramente lasciato, in coppia con il marito Marco Merati Foscarini. Sempre interessanti le interviste, più o meno ufficiali con i piloti, Emanuele Pirro, Loris Capirossi, Alessandro Nannini e Miki Biasion, che ha gareggiato più volte con la Scuderia virgiliana Classicteam». (mp)







































