MANTOVA La piena del secolo del 2000, quando il Po si prese tutte le golene del Mantovano, 49 anni dopo la storica piena del ‘51. Il terremoto del millennio del 2012, quando la terra tremò nella nostra provincia come mai prima a memoria d’uomo. Trombe d’aria, bombe d’acqua e altre calamità naturali di questi anni, da ultima la siccità, quando l’effetto dei cambiamenti climatici ha cominciato ad essere veramente tangibile. Altrettanto tangibili sono i danni da calamità naturali, ai quali non corrisponde però la corsa ai ripari soprattutto a livello assicurativo. La nostra provincia, in questo ambito è tra quelle più coperte a livello nazionale, con un’incidenza del 10% delle unità abitative assicurate contro il rischio catastrofi naturali. La media del Nord Italia è del 6,2% mentre quella nazionale è del 4,9% di copertura assicurativa. È quanto emerge da un recente studio del Cnr firmato da Antonio Coviellodal titolo “I rischi catastrofali. Azioni di mitigazione e gestione del rischio”. Da questo srudio risulta infatti che il 78% delle abitazioni italiane è esposto ad un rischio alto o medio alto tra rischio idrogeologico e sismico, e “studi scientifici hanno previsto che il cambiamento climatico taglierà il Pil italiano pro-capite dello 0,89% nel 2030, del 2,56% nel 2050 e del 7,01% nel 2100”. Sul fronte della gestione dei danni relativi a calamità naturali le coperture assicurative sono scarsamente diffuse in Italia: “l’88,7% delle polizze non presenta alcuna estensione”, sottolinea ancora lo studio del Cnr. A Mantova rispetto al resto del Paese possiamo dire di essere disastrati ma assicurati.