Carra (Lega): “Altro che solidarietà, i sindaci che si ribellano al decreto sicurezza lo fanno per una mera questione di soldi”

Durissima presa di posizione del segretario provinciale della

MANTOVA «La protesta dei sindaci di sinistra, capitanati da Leoluca Orlando, è mera propaganda politica in vista delle elezioni europee, peraltro intrisa di opportunismo e ipocrisia. E il Pd, ormai distante anni luce dal sentimento popolare, non poteva perdere occasione per cavalcarla, confermando una volta di più il disinteresse totale nei confronti degli italiani». Le dichiarazioni sono del segretario provinciale della Lega Antonio Carra, alquanto irritato per il cancan mediatico sollevato dai sindaci Masaniello che si ribellano al decreto su sicurezza e immigrazione di Matteo Salvini. «Vi sono temi, come la sicurezza dei cittadini e la difesa dei confini, che dovrebbero essere trasversali e invece ancora una volta il Pd e i suoi “caporali” che amministrano città importanti come Palermo e Napoli preferiscono bendarsi gli occhi in nome dell’ideologia – prosegue Carra -. Questo fa emergere in modo inequivocabile due cose: in primis che hanno ormai perso il polso del Paese e in secondo luogo che non hanno argomenti seri di cui occuparsi se invitano a boicottare una legge approvata dal Parlamento, dal Governo e approvata dal Presidente della Repubblica».
Anche i sette sindaci virgiliani del Carroccio (e lo stesso faranno in questi giorni quelli degli altri partiti di centrodestra) chiedono al presidente dell’Anci Antonio Decaro (Pd), di convocare gli organismi dell’associazione per un confronto immediato. L’iniziativa è partita dai due vicepresidenti, Umberto Di Primio, sindaco di Chieti, e Matteo Bianchi, sindaco di Morazzone, con il coordinamento del delegato alla Finanza Locale dell’Anci, Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno. «In Italia d’ora in avanti si accoglie solo ed esclusivamente chi ha diritto e chi rispetta le regole, senza aprire le porte indiscriminatamente, così come avviene negli altri Paesi europei che peraltro ci hanno completamente lasciati soli nella gestione del fenomeno», scrivono i sindaci rivolgendosi a Decaro. «Anche alla luce di queste nostre convinzioni, chiediamo che Anci non dia la sensazione di aderire tout court alle tesi del “partito dell’accoglienza” e che si faccia carico anche della sensibilità di tantissimi sindaci di città piccole, medie e grandi che guardano al decreto sicurezza come a un necessario, e da tempo auspicato, strumento normativo che ha favorito un cambio di paradigma rispetto alla questione dell’accoglienza». Dal Viminale, peraltro, fanno notare che un intervento sull’iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo, che sovraccaricava il lavoro degli uffici dei piccoli Comuni, era stato sollecitato nientemeno che dalla stessa Anci nel 2017. «All’epoca il presidente era già Decaro – evidenzia Carra -. Questo rafforza ulteriormente quello che si diceva prima, e cioè che il legittimo provvedimento varato dal ministro dell’Interno è stato volutamente strumentalizzato nel bieco tentativo di sostenere le posizioni politiche di quella parte del Paese che non si rassegna al grido lanciato dai cittadini in materia di sicurezza, ma che è probabilmente preoccupata per i fondi che le coop amiche non riceveranno più per gli Sprar».
Matteo Vincenzi