MANTOVA Chiusura da Nobel per il Festivaletteratura 2023.
L’ultimo evento, a Piazza Castello, ha visto protagonista Olga Tokarczuk, vincitrice del premio Nobel per la Letteratura nel 2018. La scrittrice polacca era già stata ospite della rassegna mantovana nel 2012, al Museo Diocesano, con l’attrice Lella Costa.
Questa volta, sul palco, insieme a Tokarczuk, il giornalista Wlodek Goldkorn.
Al centro dell’incontro la questione dell’ebraismo polacco.
«Quando si parla degli ebrei in Polonia si tende a ricordare solo l’Olocausto», ha detto la scrittrice, «in realtà la storia è ben più ricca e risale a molti secoli addietro. Abbiamo due culture che sono cresciute insieme, contaminandosi. Oggi, per comprendere la Polonia moderna bisogna avere ben chiaro in mente questo sfondo».
La scrittura di Tokarczuk supera i generi classici. «Il mondo non può essere raccontato solo in maniera razionale perché oltrepassa le nostre capacità razionali», ha spiegato l’autrice de “I vagabondi” e “Guida il tuo carro sulle ossa dei morti”, «quando vogliamo creare un affresco storico dobbiamo trovare uno strumento che sia in grado di riflettere i personaggi, gli spazi e i punti di vista. Ho iniziato in maniera tradizionale, in prima persona. Ben presto mi sono resa conto che non sarebbe stato sufficiente e ho creato un altro narratore, in terza persona. Non bastava nemmeno così. Allora è arrivata la narratrice in quarta persona, talmente speciale che conosce il passato, il futuro e anche me. In questo modo il racconto non mi appartiene più e diventa autonomo».
Un altro aspetto fondamentale è la curiosità.
«È inutile scrivere libri pensando che Google non esista», ha dichiarato l’autrice, «dare informazioni per sollecitare la curiosità è importante, spingere il lettore a googolare per accrescere la propria conoscenza».
Il libro storico, per lei, non esiste per lei.
«È un genere che racconta come ci immaginiamo il mondo», ha affermato la scrittrice, «le donne, per esempio, nelle storie del Settecento spesso non sono presenti se non per l’innamoramento di un principe. In realtà, basta grattare un po’ la superficie ed emergono dei personaggi femminili molto forti».
Tokarczuk scrive ormai da trent’anni. «Sono convinta ci sia un’energia collettiva che muove la letteratura», ha concluso, «però, allo stesso tempo, penso che la letteratura rimanga un mistero».
Tiziana Pikler