Ciclabili con trappole spinose: forature a raffica in tutta la città

MANTOVA Piste ciclabili da record, anche secondo le classifiche del Sole 24 Ore e di Legambiente. Eppure, nonostante l’elevato chilometraggio cittadino e i notevoli investimenti in questo ambito, la città sta soffrendo un annoso problema che si stenta non solo a risolvere, ma anche ad affrontare. Ne fanno testo le numerosissime segnalazioni di forature che i ciclisti virgiliani devono affrontare ogni anno, specialmente fra gli utenti delle ciclabili esterne all’abitato, e che servono i quartieri immediatamente periferici.
Casualità? Cocci di vetro? Chiodi? Niente di tutto questo. A fare strage di pneumatici e camere d’aria ci pensano rovi e triboli con le loro spine insidiose. Piante che sono state volutamente ma improvvidamente scelte per costeggiare le piste riservate alle due ruote, e che nei periodi estivi e pre-autunnali iniziano a germinare seminando insidiosi aculei. Da qui le frequentissime forature di questi giorni, peraltro destinate ad aumentare nel prossimo mese di settembre.
A confermarlo sono gli stessi riparatori.  Alessio Belladelli, titolare dell’officina e della rivendita di bici di via Grossi, ogni giorno è all’opera per sostituire camere d’aria ed estrarre gli acuminati aghetti dei rovi infilati nelle gomme. Ne basta uno, ma più spesso se ne trovano piantati decine in uno stesso copertone. «Vengono da me ogni due o tre giorni persone che utilizzano la bicicletta per lavoro, e capisco la loro rabbia».
Particolarmente a rischio è la ciclopeonale che porta a Lonetta-San Giorgio costeggiando il lago Inferiore. Una denuncia annosa che non ha mai portato un tentativo di rimedio da parte dell’amministrazione e del settore “verde” di Mantova Ambiente deputato alla scelta delle essenze da piantumare a seconda dei posti e delle convenienze. Anni e anni di forature e di proteste, ma nei fatti nulla cambia.
Un problema limitato a questa pista esterna, oppure si tratta di un male più diffuso? «Diffusissimo, direi – puntualizza Belladelli –. Sulla ciclabile di San Giorgio il problema è macroscopico, ma i rovi ci sono ovunque, sulle sponde dei laghi, nei giardini di Palazzo Te, sul Migliaretto, insomma, un po’ dappertutto. Per ora sono spine di rovo, ma presto, a settembre, avremo anche la fioritura del “tribulus terrestris”, E allora le forature si intensificheranno».
Eccolo, ritorna puntuale il terribile “tribolo”, che noi mantovani diremmo “trigolo di terra”. Le sue tre punte sono micidiali e non dànno scampo alle bici. Il tutto, guardacaso proprio nel periodo in cui l’utilizzo della bicicletta si fa più frequente e gettonato.