Cimice asiatica: a breve il decreto per la presentazione delle domande di rimborso danni

Cimici asiatiche su una pianta di mais

MANTOVA È prossimo all’emanazione, da parte del Mipaaf, il decreto che darà ufficialmente il via alla presentazione delle domande di rimborso per i danni da cimice asiatica nell’annata 2019. Dalla data di pubblicazione del decreto vi saranno poi 45 giorni di tempo per presentare le richieste di indennizzo, e gli uffici di Confagricoltura Mantova sono pronti ad accogliere tutti coloro che avranno bisogno di assistenza per tale operazione: «Segnaliamo – spiega Massimo Battisti, responsabile dell’ufficio tecnico – che potrà presentare domanda chi in Lombardia abbia segnalato all’Utr competente i danni entro lo scorso 20 gennaio, e riesca a dimostrare di aver subito una diminuzione della Plv aziendale nel 2019 maggiore del 30% rispetto alla media dei tre anni precedenti».
La Regione Lombardia ha delimitato come territori colpiti 52 comuni su 64 nella nostra provincia, vale a dire Acquanegra sul Chiese, Asola, Borgocarbonara, Borgo Mantovano, Bozzolo, Canneto sull’Oglio, Casalromano, Castel d’Ario, Castelbelforte, Castellucchio, Castiglione delle Stiviere, Cavriana, Ceresara, Curtatone, Dosolo, Gazoldo degli Ippoliti, Goito, Gonzaga, Guidizzolo, Magnacavallo, Mantova, Marcaria, Mariana Mantovana, Marmirolo, Moglia, Monzambano, Motteggiana, Ostiglia, Pegognaga, Piubega, Poggio Rusco, Pomponesco, Ponti sul Mincio, Porto Mantovano, Quingentole, Quistello, Redondesco, Rivarolo Mantovano, Roncoferraro, Roverbella, Sabbioneta, San Benedetto Po, San Giacomo delle Segnate, San Giorgio Bigarello, San Giovanni del Dosso, San Martino dell’Argine, Schivenoglia, Sermide e Felonica, Solferino, Suzzara, Viadana e Volta Mantovana.
Le colture indennizzabili sono piante da frutto, vivai di piante, orticole in pieno campo, soia, mais, pisello proteico e girasole. A Mantova spetta il triste primato di provincia più colpita, con 8,7 milioni di euro di danni: «L’indennizzo massimo previsto è pari all’80% del danno richiesto – prosegue Battisti – ma bisogna tenere conto che, date le scarse risorse disponibili rispetto ai danni potenzialmente rimborsabili, circa 350 milioni di euro, l’indennizzo finale potrebbe non superare il 10% del danno».