Corneliani: il tavolo in Regione si apre con la linea dura

corneliani

MANTOVA Inizia questa mattina, sotto l’ombrellone di garanzia della Regione, il dialogo fra sindacati e vertici aziendali per dare una svolta alle tensioni che stanno avvelenando il clima in Corneliani. Tensioni che ieri hanno registrato il secondo picco febbrile della settimana, quando già all’apertura dei cancelli i lavoratori hanno dato corso al secondo sciopero a sorpresa con un’adesione stimata attorno al 98%.
Le braccia sono rimaste incrociate per due ore dalle 7 meno un quarto sin verso le 9. In quel torno di tempo sono stati bloccati anche due tir in entrata e uscita dallo stabilimento sull’Ostigliese: uno rumeno e uno slovacco.

I dipendenti insomma sono fermi nel contrastare il piano di tagli previsto dalla dirigenza e confermato dal nuovo amministratore delegato  Giorgio Brandazza, che secondo il documento sottoscritto il 19 novembre scorso conta 130 esuberi congelati, mentre 180 resterebbero le persone a cui è stato richiesto l’ammortizzatore sociale (numero generico, che non si riferisce agli esuberi, ma al monte ore da raggiungere).
Una manifestazione in ogni caso composta, quella di ieri mattina, con qualche sventolio di bandiere sindacali e qualche striscione ai cancelli per rivendicare il diritto al lavoro. Gli stessi argomenti che verranno riproposti questa mattina al Pirellone, partendo dalla contestazione delle richieste di Cigs per crisi firmate dall’a.d. lunedì, che i sindacati vedono alla stregua di una rottura, trattandosi di “azione unilaterale” sfuggita dall’intesa del 19 novembre, non più riconosciuta come tale dall’azienda.
Per la Corneliani a questo punto è prioritario non rompere la trattativa con le parti sociali, come comunicato dalla stessa; per i sindacati invece è vitale concertare gli ammortizzatori sociali più utili a rendere indolore il piano industriale elaborato per fronteggiare uno stato di crisi, da cui dovrebbero sortire intanto scivoli pensionistici e incentivi al licenziamento.