MANTOVA Dice di avere dormito meno di tre ore in tre giorni Michele Orezzi della Cgil sulla vertenza aperta in Corneliani, dopo l’annuncio del taglio di 130 dipendenti dato la settimana scorsa, e nell’attesa del faccia a faccia tenutosi ieri pomeriggio in azienda con Maurizio Arsti, il direttore della prestigiosa casa d’abbigliamento. Né di più hanno dormito la rappresentante tessile della Cisl, Rosaria Scibilia e della Uil Marielisa Scirè. Un tavolo convocato dall’azienda alle 15 di ieri tramite mail, il cui esito è stato guardato dalle parti sociali con con un filo di speranza, ma che comunque consiglia di tenere alta la guardia. Se è vero che il pacchetto di scioperi sinora messo in atto ha fatto “congelare” quelli che per l’azienda sono ormai degli “esuberi”, altrettanto vero è che i sindacati non intendono per adesso allentare la presa minacciando un altro pacchetto di scioperi già convocato.
Resta il fatto che Arsti avrebbe formalizzato non solo la richiesta del tavolo, ma la stessa volontà di intraprendere un percorso condiviso con i sindacati senza iniziative unilaterali. Il ché non significa che i 130 dipendenti in predicato di licenziamento non perdano effettivamente il posto, ma che al momento tale eventualità resta congelata”, come spiegano Orezzi, Scibilia e Scirè.
Per saperne di più, in ogni caso, occorrerà attendere il nuovo incontro che si terrà martedì 19 prossimo. Per il momento, gli stessi sindacati spendono parole di compiacimento per la condotta tenuta dai lavoratori, che hanno corrisposto in modo compatto alla mobilitazione. Inevitabile pensare che gli stessi dipendenti aderiscano con la stessa fermezza anche al prossimo pacchetto di scioperi, anch’esso messo nel congelatore dai sindacati dopo l’incontro di ieri, ma sempre pronto per essere tirato fuori all’occorrenza.
Non si è parlato di investimenti. Questo passaggio cruciale, sul quale insistono le parti sociali, verrà meglio affrontato nella prossima seduta di confronto con la proprietà. Fermo restando, come precisano Orezzi e Scibilia, che la credibilità del piano industriale si valuterà proprio dal postulato occupazionale: «Non è con i tagli che si fanno investimenti. Il piano sarà ritenuto credibile proprio se escluderà la razionalizzazione del personale. Questo si era detto anche nell’incontro del 6 novembre».
Anche la Uil prende atto positivamente della richiesta di incontro («Non è usuale essere convocati dopo tre giorni»), e soprattutto, commenta Scirè, incoraggia il fatto che la direzione «abbia preso in considerazione i suggerimenti delle stesse maestranze per scongiurare un piano industriale fondato sui 130 esuberi. Qui si attende un piano che dia respiro per i prossimi anni all’azienda, la quale a sua volta deve prendere coscienza del fatto che Corneliani è un marchio di qualità in tutto il mondo, grazie alle mani abili dei suoi lavoratori e delle sue lavoratrici. In ogni caso non abbasseremo la guardia sino al 19», conclude Scirè.