Delitto di Canneto, per i periti la badante è incapace d’intendere e di volere

La 58enne polacca non potrà essere processata

CANNETO Incapace totalmente d’intendere e di volere. È quanto stabilito dalla perizia psichiatrica chiesta a suo tempo dalla procura di via Poma nei confronti di Barbara Chmurzynska, la 58enne badante polacca accusata dell’omicidio di Paola Beretta, la bibliotecaria comunale uccisa lo scorso 1° settembre a Canneto sull’Oglio. L’esame era stato disposto dagli inquirenti per valutare l’effettivo vizio di mente della donna, attualmente detenuta nel carcere milanese di San Vittore, al momento della tragedia. Lo scorso gennaio i consulenti incaricati dalla pubblica accusa avevano fatto richiesta al tribunale di posticipare ulteriormente i termini per il deposito del documento. A metà febbraio poi espletati in via definitiva tutti gli accertamenti tecnici necessari era stato notificato al difensore della 58enne, l’avvocato biellese Alessandra Guarini, il provvedimento di fine operazioni. Dal contenuto della dettagliata relazione medica dunque è emersa la totale infermità mentale dell’assassina con conseguente impossibilità di richiederne il relativo rinvio a giudizio. Spetterà ora al sostituto procuratore Carmela Sabatelli, titolare dell’inchiesta, formalizzare la richiesta di non processabilità. Sarà poi il giudice per le indagini preliminari a dover fissare una successiva udienza all’esito della quale verrà ufficializzato il non luogo a procedere. Per quanto poi riguarda l’ulteriore aspetto della conclamata pericolosità sociale riscontrato dagli esperti a carco della 58enne si dovrà ora disporre un suo trasferimento dal sistema penitenziario ad una struttura più idonea ad ospitarla come ad esempio una Rems, onde neutralizzare il pericolo di reiterazione del reato. Circa i relativi tempi per espletare l’intero iter procedurale non sono però emerse ulteriori indiscrezioni. L’omicida dopo un primo trasferimento d’urgenza nel reparto di psichiatria dell’ospedale Niguarda di Milano, dov’era stata sottoposta a trattamento sanitario obbligatorio, dopo qualche tempo era ritornata nella casa circondariale di San Vittore dov’è presente una specifica struttura per detenuti che soffrono di patologie psichiche particolarmente acute. Barbara Chmurzynska era arrivata a Canneto sul finire del 2017. Prima di quel tragico 1° settembre non aveva mai dato segni di squilibrio ma nell’arco di poche ore si era invece resa protagonista di due brutali aggressioni. La prima alle 4.30, quando si era avventata su una barista che stava acquistando delle sigarette ad un distributore automatico e che nella fattispecie era riuscita a difendersi costringendo la 58enne a darsi alla fuga. La seconda nel pomeriggio: armata di due grossi coltelli da cucina, aveva colpito a morte Paola Beretta, per poi ferire altre due persone prima di venire finalmente bloccata.