Delitto Tallarico, confermati in appello i 15 anni a Muratori

La scena del delitto

MANTOVA La procura generale chiedeva una condanna più pesante, ma i giudici della Corte d’Appello di Brescia hanno ritenuto inammissibile il ricorso e hanno quindi confermato la sentenza di primo grado nei confronti di  Brunetto Muratori, condannato a 15 anni di reclusione per l’omicidio di  Sandro Tallarico. Una sentenza, quella emessa ieri dalla Corte d’Appello che suona come una sorta di pietra tombale su questo processo celebrato con rito abbreviato, anche se non si può comunque escludere un ricorso delle parti in Cassazione una volta lette le motivazioni della sentenza, che saranno depositate fra 90 giorni. L’accusa, sostenuta ieri in aula dal Pg  Giulia Labia , aveva chiesto la riforma della sentenza di Mantova dell’aprile dello scorso anno, nella quale non venissero più concesse all’imputato le attenuanti generiche, aumentando di conseguenza la pena finale dai 15 anni del processo di primo grado a 16 anni e 4 mesi di reclusione. Richiesta cui si sono allineati gli avvocati delle due parti civili, vedova e figlia della vittima, ieri assenti in tribunale a Brescia. Presente in aula, invece, Brunetto Muratori, accanto al suo difensore, avvocato  Sergio Genovesi, che si è detto parzialmente soddisfatto di come si è concluso il processo. Una delle eccezioni sollevate da Genovesi riguardava proprio l’inammissibilità dell’impugnazione delle sentenza di primo grado da parte della procura. Questa era stata fatta per Cassazione perché nel processo con rito abbreviato una sentenza di condanna può essere appellata dalla pubblica accusa solo se il reato contestato viene cambiato; ciò che non era accaduto nel processo di Mantova. Essendoci un appello pendente la Cassanzione aveva infine rinviato il procesdso a Brescia. L’ex orefice 73enne, dopo avere inizialmente negato qualsiasi coinvolgimento nel delitto sul ponte di San Giorgio del 17 gennaio 2017, per poi rilasciare una confessione completa davanti al gup di Mantova  Gilberto Casari. Muratori aveva incontrato la vittima, Giuseppe Tallarico, commerciante 57enne di Roverbella, lungo la ciclopedonale sul ponte di San Giorgio la mattina di quel 17 gennaio. I due avevano avuto dei trascorsi comuni a livello di frequentazione politica; entrambi avevano avuto contatti con formazioni di estrema destra, ma le vecchie ruggini tra loro riguardavano vicende giudiziarie in cui erano entrambi rimasti coinvolti negli anni 80. Muratori aveva detto di avere sparato per difendersi da Tallarico che lo aveva affrontato armato di coltello, dopodiché era fuggito in bicicletta e aveva gettato l’arma del delitto nel lago di Mezzo, dove era stata recuperata su sua stessa indicazione.