Ekla Vasconi dopo “4 Ristoranti”: “Ammetto di aver esagerato nei giudizi, ma insulti e minacce no”

MANTOVA È bastato un programma televisivo di genere reality-culinario per farci scoprire quanto anche la placida Mantova sappia trasformarsi in un diabolico patibolo virtuale. Nella fattispecie parliamo di “4 Ristoranti”, quello condotto da Alessandro Borghese. La puntata virgiliana viene trasmessa su SkyUno lo scorso 7 febbraio e poi replicata l’altra sera in “chiaro”. Tra i partecipanti c’è anche Ekla Vasconi, titolare insieme al marito-chef del ristorante “Il Rigoletto” di strada Cipata, sommersa di recensioni negative e insulti di ogni tipo, anche rivolti alla sfera personale, per i suoi giudizi tranchant verso gli altri colleghi dei ristoranti cittadini Materiaprima, Giallo zucca e Osteria al Gallo. Insomma, la vicenda di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Lodi morta suicida per non aver retto alla gogna mediata per una presunta “falsa” recensione che lei stessa avrebbe pubblicato non ha insegnato proprio nulla. Ma ci torneremo più avanti. 

 

  • Ekla, sono passate due settimane dalla messa in onda della puntata: si sono un po’ attenuate le minacce giunte a te e alla tua famiglia?

 

«In questi ultimi 3-4 giorni sì, anche se le telefonate anonime continuano. Una situazione destabilizzante, e non solo per me e i miei cari, ma anche per lo staff del ristorante».

 

  • Come hai vissuto e stai vivendo a livello psicologico tutto questo?

 

«I primi giorni post puntata sono stati devastanti, al punto che la notte non riuscivo più a dormire. Stento davvero a capacitarmi di tanto odio, considerato che era un gioco e come tale andava preso. La cosa che mi ha fatto più male sono gli attacchi che mi hanno indirizzato come madre e lavoratrice. La consolazione è che i clienti che mi conoscono non mi hanno abbandonata perché sanno che persona sono. Le offese sono arrivate da chi non mi conosce».

 

  • Torniamo al programma. Col senno di poi ritieni di aver calcato troppo la mano nei voti dati ai suoi colleghi?

 

«Sì, sono andata oltre, lo ammetto. So di essere una persona permalosa e schietta, ma anche particolarmente autocritica con me stessa. Nel programma tutto questo si è amplificato».

 

  • Ma cos’è che ti ha fatto arrabbiare?

 

«Certi giudizi sarcastici che hanno dato quando sono stati al mio ristorante non mi sono piaciuti. Non li ho trovati carini nei miei confronti e del locale che con passione gestisco da ormai sette anni. Me la sono presa molto, non lo nascondo».

 

  • Colpa anche di come è stata montata la puntata?

 

«Diciamo che il montaggio ha fatto risultare il tutto molto più duro. Certe mie espressioni facciali sono state inserite in scene che non erano riferite a quello che stavo dicendo».

 

  • Eppure in varie occasioni i tuoi giudizi culinari sono stati condivisi anche dagli altri ristoratori.

 

«Paradossalmente su molte cose ci siamo trovati d’accordo. Io ho sbagliato ad esporle in quel modo. Tornando indietro modererei certi giudizi».

 

  • Sul sito di Tripadvisor sono piovuti insulti e recensioni negative del locale tanto da indurre la piattaforma ad oscurarne il sito. È vero che sei stata costretta a togliere il numero di cellulare dalla pagina di Google?

 

«Purtroppo è così. L’ho fatto per bloccare tutto quello che mi stava arrivando addosso. Ho lasciato solo il fisso, dove però qualcuno ha cominciato con le telefonate anonime di cui dicevo sopra».

 

  • Che messaggio ti senti di rivolgere agli odiatori da tastiera?

 

«Semplicemente che riversare astio e malevolenze sui social dimostra che non sono migliori di me o di coloro verso i quali di volta in volta decidono di accanirsi per sfogare il loro odio. In questi giorni ho pensato più volte alla povera Giovanna (la ristoratrice del lodigiano massacrata dai leoni da tastiera e da alcune note blogger per una recensione, ndr».

 

  • E ai tuoi colleghi con cui hai partecipato a 4 Ristoranti?

 

«Che li ringrazio sinceramente per il sostegno, sia a livello umano sia a livello lavorativo, che mi hanno dimostrato: un gesto che ho apprezzato tantissimo». 

Matteo Vincenzi