In centro città la sfilata degli artigiani della pace

MANTOVA –  I care – questo il motto dell’edizione 2023 della Marcia per la Pace che si è tenuta ieri a Mantova. “Siamo contenti di tornare con questa manifestazione per le vie della nostra città” – ha esordito Andrea Catalfamo, collaboratore della pastorale sociale della Diocesi di Mantova e tra gli organizzatori del corteo “dopo due anni difficili, ripartiamo con questa bellissima tradizione che oggi accoglie più di 200 partecipanti, tra numerose associazioni laiche e religiose”.
Hanno aderito e supportato la manifestazione, infatti, diverse realtà: Diocesi di Mantova, Agesci, CNGEI, Amnesty International – Gruppo Italia 79, Azione Cattolica, Comunità Bahà ‘ì, Gruppo In Silenzio per la pace, Mantova per la pace, Comunità Laudato Sì di Mantova, Fridays for future, Agorà delle religioni e Istituto Buddista Soka Gakka.
Famiglie, tantissimi giovani e gruppi scout hanno partecipato con entusiasmo al corteo esibendo striscioni e bandiere: “ci rivolgiamo proprio ai giovani – continua Catalfamo – perché in questo momento drammatico, dove sono in corso diverse guerre in più parti del mondo, non solo in Ucraina, riteniamo che sia importante puntare sull’educazione delle nuove generazioni che possano coì comprendere e veicolare il motto di Don Milani I care, “mi interessa, mi prendo a cuore”, quindi mi interesso del prossimo; per questo a partire dai giovani vogliamo impegnarci insieme a sviluppare il tema della pace”.
Il corteo, partito da Piazza Martiri di Belfiore con un momento di riflessione e contributi di vari gruppi partecipanti, definiti da Papa Francesco artigiani della pace, che hanno espresso il desiderio di “vogliamo che scoppi la pace” e ricordato alla platea che “la guerra è fossile, mentre la pace è sostenibile”, ha visto una tappa intermedia in Piazza Mantegna per un altro momento di riflessione e di scambio di idee, sottolineando che la “pace va costruita ogni giorno e che tutti possiamo essere artigiani della pace senza farsi guidare dalla fama di profitto e di potere”. E ancora: “non dobbiamo essere indifferenti alle sofferenze altrui, ma i popoli e le nazioni devono ragionare sul termine insieme e promuovere azioni di pace, rispettando le differenze e i diritti umani, purtroppo negati in molte parti del mondo.
Aldo Capitini, ideatore della prima marcia Perugia – Assisi del 1961 diceva così “le marce aggiungono altro: sono un accomunamento dal basso e nel modo più elementare, che perciò unisce tutti, nessuno escludendo; sono un’estrisencazione fisica, disciplinando il corpo ad un’idea che si serve pensando a tutti, non sono di combattimento ma di apertura”.
Ultima tappa del corteo è stata Piazza Sordello dove il gruppo Lacio Drom, cover band acustica, ha coinvolto i partecipanti con le sue rivisitazioni di brani folk della musica italiana.