La città ha fatto il pieno con i turisti più che con gli amanti del Festival

MANTOVA – Tutti gli anni, tutti i sacrosanti anni da quando il Festivaletteratura ha mosso i primi passi, la domanda rituale è “c’è più gente dell’anno scorso?”. E mai come quest’anno la risposta è semplice: sì.
In effetti, dopo l’edizione mignon della scorsa stagione, era quasi fisiologico che l’afflusso in città fosse più consistente, anche se non ai livelli degli anni prima della pandemia.
A tracciare un primo bilancio sono albergatori, ristoratori ed esercenti, che in questi cinque giorni di Festival hanno avuto modo di toccare con mano il flusso turistico della città.
Detto che le presenze sono state quasi il doppio dell’anno scorso, val la pena scendere un po’ più nei particolari per capire, che ancora non c’è la spensieratezza necessaria nell’affrontare eventi di questo tipo. Senza dubbio, l’aspetto della paura ha giocato un ruolo importante tenendo distanti soprattutto le persone in arrivo da centri piuttosto distanti, così che il pubblico confluito in città è stato quello dalle province vicine.
Partenza lenta, poi un venerdì e un sabato da leoni, quindi una chiusura in sordina con gente più interessata alla visita della città, che al Festival e i suoi eventi. In ogni caso, l’analisi non fa queste differenza e abbraccia tutte le persone senza distinzione di interesse per cui il bilancio che si ricava è confortante a 360 gradi. Tutti, però, ci tengono a precisare che i numeri del periodo pre pandemia sono ancora lontani dall’essere realizzati.