Lagocastello non sussiste: tutti assolti i sette imputati

Cassato in partenza il processo che vedeva sotto accusa anche l’ex sindaco Sodano e Antonio Muto

MANTOVA Tutti assolti perché il fatto non sussiste. Il processo che non voleva mai cominciare, quello per la lottizzazione Lagocastello, è finito ieri praticamente senza iniziare. Lo ha cassato il gup del tribunale di Roma Roberto Saulino, chiamato a decidere, in sede di udienza preliminare, se rinviare a giudizio i sette imputati, il quale ha di fatto dichiarato che un processo del genere sarebbe stato del tutto inutile per la pressoché totale assenza di prove d’accusa. Quattro anni dopo il blitz in Comune a Mantova dei carabinieri per conto della Dda di Brescia, si chiude con una sentenza di assoluzione di primo grado, certo, ma che sa di sentenza definitiva, il processo a carico dell’ex sindaco di Mantova  Nicola Sodano, dell’imprenditore  Antonio Muto, a giudizio con l’ex senatore di Forza Italia Luigi Grillo, l’ex presidente del Consiglio di Stato Pasquale De Lise, l’ex senatore Franco Bonferroni, il commercialista Attilio Fanini e l’ex consigliere comunale di Reggio Emilia Tarcisio Costante Zobbi. Questo procedimento, finito a Roma per competenza territoriale, era stato stralciato dal processo Pesci sulle presunte infiltrazioni della ’ndrangheta nel mantovano, perché tanto la vicenda quanto gli imputati di Lagocastello erano risultati estranei a scenari di mafia. La vicenda è quella della presunta corruzione per superare i vincoli ambientali ed artistici lungo la riva del Lago Inferiore che avevano congelato il cantiere di Antonio Muto. Per l’accusa gli imputati, a vario titolo e in fasi diverse, avrebbero esercitato pressioni su ministero e Consiglio di Stato per aggiustare la pratica Lagocastello, lottizzazione per 200 villette e un hotel su un’area di 400mila metri quadrati. Il pm Alberto Galanti aveva chiesto e ottenuto una proroga d’indagine per depositare una integrazione probatoria. Ieri lo stesso Pm ha chiesto per tutti gli imputati l’assoluzione dall’accusa di corruzione, e il giudizio per Sodano e Muto su altri reati minori considerati insussistenti dal giudice.

Carlo Doda