Niente ressa nei musei: il Festival non fa da traino

MANTOVA – Ci si potrebbe aspettare di più in termini di presenze nei principali contenitori museali cittadini, tenuto conto che la città si appronta ad affrontare il periodo tardo-estivo, notoriamente considerato dalle categorie addette alla ricezione e alla ristorazione come “alta stagione”. Eppure qualcosa fa suonare i campanelli d’allarme, dal momento che i numeri sono poco significativi, tanto a Palazzo Ducale quanto a Palazzo Te.
La città pullula di visitatori nei luoghi festivalieri e nelle piazze, ma sono decisamente contenuti i ticket staccati nelle biglietterie dei musei civici e statali. Nella giornata di ieri a Palazzo Ducale sono entrate 787 persone paganti, a fronte delle 503 registrate nel giorno dell’inaugurazione del Festivaletteratura. A fine agosto nei fine settimana si sforava addirittura quota 1.000.
Nella villa giuliesca, principale attrazione turistica di proprietà comunale, nella giornata di mercoledì sono stati conteggiati 392 biglietti, mentre ieri si è scesi a quota 363; cifre in tutto rapportabili a quelle delle corrispondenti giornate pre-festiva: mercoledì primo settembre infatti al Te erano entrati 298 visitatori paganti, e il 2 settembre, giovedì, 379. Il tutto nonostante la qualificata mostra in corso dedicata al mito di Venere.
Dunque, il Festival non traina il pubblico nelle principali strutture museali virgiliane? Detta im maniera gonzaghesca, “forse che sì, forse che no”. «Bisognerebbe valutare attentamente lo storico delle presenze – dicono in Comune –, perché è difficile valutare il potere di attrattiva nei confronti di un pubblico che normalmente è molto concentrato sui numerosi eventi del Festival». E non è peraltro l’unico fattore, questo, da prendere in considerazione.
Nessun confronto con l’andamento dello scorso anno, che ra stato fortemente influenzato dalla pandemia e dalle aperture post-lockdown. In questo ultimo scorcio di estate invece deve essere messa in debito conto l’introduzione del green pass obbligatorio per le visite nei musei, che probabilmente agisce da fattore di contenimento, se non di riduzione fisiologica dell’utenza. Morale, chi si aspettava grandi numeri potrebbe esserne rimasto deluso.