Ospite di una Rsa muore al Poma: indagata un’infermiera della struttura

MANTOVA  Una donna malata che era ospite di una Rsa era arrivata in ospedale in condizioni disperate dove era poi deceduta. Dai primi accertamenti il decesso potrebbe essere stato causato da una manovra errata sulla paziente avvenuta quando era ancora nella Rsa: la donna avrebbe riportato una perforazione intestinale a causa di un sondino che le era stato applicato mentre era nella struttura. In ogni caso per accertare cosa è accaduto e sgombrare il campo da eventuali dubbi, ieri la procura di Mantova ha disposto l’autopsia che è stata eseguita all’Istituto di Medicina Legale di Verona. Per il momento ci sarebbe una persona indagata di omicidio colposo, e sarebbe una operatrice sanitaria della Rsa Villa Azzurra di Borgoforte. La vittima è una donna di 82 anni il cui decesso risale allo scorso 8 aprile. A ritardare il conferimento dell’incarico per l’esame autoptico ci sarebbe stato il fatto che la vittima era risultata positiva al Covid e pertanto non era possibile procedere all’autopsia nelle sale mortuarie del Poma, i cui locali non sono idonei per queste circostanze, e dove la salma dell’82enne è rimasta a disposizione dell’autorità giudiziaria fino a ieri, quando, una volta ultimato l’esame autoptico, è stato concesso il nulla osta per la sepoltura. Il medico legale che ha eseguito l’autopsia si è preso 60 giorni per depositare la propria relazione. La difesa della persona indagata ha nominato un proprio consulente, ciò che invece non ha fatto il legale che assiste i famigliari parte offesa.