MANTOVA Era stato condannato in primo grado a tre anni di reclusione per violenza sessuale su minorenne. Sentenza che è stata ribaltata nel processo d’appello che è stato celebrato a Brescia. L’imputato, Moncef Ben Abid, un 50enne residente in un comune della Bassa Veronese, era accusato di avere messo le mani addosso a una ragazzina che all’epoca del fatto, il marzo dello scorso anno, aveva 15 anni. Secondo l’accusa il 50enne, amico di famiglia della giovane, era stato contattato dalla ragazzina che gli aveva chiesto di accompagnarla a comprare delle sigarette (lei non poteva acquistarle per motivi di età). L’uomo l’aveva quindi fatta salire in auto ma invece di andare in tabaccheria era andato verso le campagne di Castelbelforte, dove, stando a quanto aveva raccontato la 15enne, aveva cercato di baciarla e l’aveva palpeggiata. Una versione dei fatti che aveva retto in tribunale a Mantova, dove Ben Abid era stato condannato los corso dicembre a tre anni di reclusione e al pagamento di oltre 12mila euro alle parti civili più le spese processuali. Una sentenza che è stata impugnata dal suo difensore, avvocato Silvia Ebbi, che ha presentato ricorso in appello. I giudici della Corte d’Appello di Brescia hanno infine assolto l’imputato perché il fatto non costituisce reato. Nel processo di secondo grado sono stati evidenziati dei particolari che hanno messo sotto una luce diversa l’intera vicenda. Tra questi particolari c’è quello relativo alla difficile situazione famigliare della giovane, che all’epoca era andata a vivere con la nonna dopo avere subito un’aggressione con un martello dal padre. L’avvocato Ebbi ha posto l’attenzione anche sul fatto che il suo assistito aveva più volte cercato di aiutare la 15enne e la sua famiglia in vati momenti difficili. Inoltre il legale ha sottolineato alcune anomalie quali l’audizione della presunta vittima in aula in sede di contraddittorio e non durante un incidente probatorio, e l’assenza di una perizia sui messaggi in chat fra i due.