Sentenza annullata per vizio di notifica, processo bis per la professionista degli abbracci

MANTOVA  La sentenza di primo grado era stata annullata a fronte della mancata notificazione e quindi conoscenza effettiva del dispositivo, al difensore di fiducia dell’imputata. A disporlo, tre mesi fa, era stata la Corte d’Appello di Brescia nei confronti di Elena Zoltan, componente della cosiddetta “banda degli abbracci” condannata nel 2023 dal collegio dei giudici di via Poma a due anni di reclusione e 1000 euro di multa. La donna infatti era finita a processo, assieme ad altre cinque complici – tutte di etnia rom – per una serie di furti con destrezza messi a segno nel territorio virgiliano tra il 2017 e il 2018 ai danni di anziani per un totale di diciassette raid predatori: tre a testa perpetrati a Mantova e a Porto Mantovano, due a Ostiglia, uno a Goito, San Benedetto Po, Curtatone, Castelbelforte, Poggio Rusco, Castiglione, Gazoldo degli Ippoliti, Ceresara e Pegognaga. Ben collaudato, stando alla ricostruzione degli inquirenti, il modus operandi adottato dalle malviventi le quali, dopo aver avvicinato con la scusa di un’informazione le loro prede le abbracciavano, sfilando così orologi, catenine, anelli o altri oggetti di valore. Come ad esempio quando, nell’estate 2018, una 76enne di Porto Mantovano era stata dapprima avvicinata mentre puliva l’ingresso condominiale e quindi a sua volta “ripulita” di un orologio d’oro. Stessa sorte era toccata poco dopo a un 74enne fermato in bici di ritorno dal benzinaio e alleggerito di un costoso Rolex Daytona. Ma delle sei alla sbarra, solo due erano state giudicate colpevoli oltre ogni ragionevole dubbio, in quanto, a differenza delle altre, riconosciute dalle loro vittime: oltre a Elena Zoltan infatti era stata condannata a ventisei mesi 1200 euro pure Kostana Mesarevic. Ma per la prima, stante il summenzionato vizio di notifica a seguito di impugnazione difensiva dell’avvocato Roberto Cuva, tale primo verdetto era stato dichiarato nullo e quindi il giudicato rescisso. Sulla scorta di tale esito dunque, oggi il procedimento ha fatto ritorno in primo grado con l’avvio della nuova istruttoria, innanzi al giudice Stefano Ponti, aggiornata al prossimo ottobre.