Signore e signori da 0 a 100: la terza ondata è uguale per tutti, ma ad avere la peggio sono sempre gli anziani

MANTOVA – Il virus alla fine livella tutto e tutti, sia per sesso che per età. È quanto si evince dall’ultimo report di Ats Val Padana sull’andamento del Covid sul territorio di competenza. In questo report risulta quindi che la differenza di genere nel contagio è visibile solo durante la prima ondata, mentre nella seconda e terza ondata sparisce. La prima ondata è stata caratterizzata da un eccesso di contagio nelle classi di età più avanzate, che però, per via della gravità delle condizioni di salute, erano anche quelle che più necessitavano il ricovero in strutture ospedaliere e quindi con più tamponi. In termini di incidenza non si osservano differenze particolari in queste ultime ondate, significativo del fatto che il contagio coinvolge allo stesso modo tutta la popolazione e il sistema di diagnosi non subisce distorsioni. I ricoveri e i decessi invece, rimangono più frequenti nelle fasce di età più anziane, seppur con meno scarto rispetto alla prima ondata. Nel particolare i nuovi casi con media mobile a 7 giorni riguardano soprattutto quella grande fascia tra i 20 e i 64 anni, di fatto la popolazione attiva, mentre le fasce sotto i 20 anni e sopra i 65 sono quelle meno colpite dalla terza ondata. Ma nel corso degli ultimi mesi la pandemia oltre a una mutazione generazionale ha avuto anche una mutazione di genere. Se nella prima ondata il virus colpiva più frequentemente i maschi sopra gli 80 anni, ora le linee sui grafici corrispondenti a uomini e donne combaciano sia per la fascia d’età superiore ai 70 anni che quella inferiore a questa età.