Sin alle battute finali: ultimo ricorso di Edison al CdS

Mantova Nulla di imprevisto, anche se si tratta dell’ennesimo tentativo di protrarre ulteriormente i tempi per la bonifica dei terreni del polo petrolchimico. La Edison, che le indagini della Provincia ha ritenuto responsabile della gran parte dell’inquinamento, e che già altri gradi di giudizio hanno confermato come tale, si è vista respingere dal Tribunale amministrativo lombardo l’ultimo ricorso con soccombenza di spese per oltre 10mila euro. Atto che non ha risparmiato l’ultima chance alla società, ossia il ricorso al Consiglio di Stato.
Un atto, questo, che non cambia i piani delle amministrazioni e del Comune in particolare, che si è costituito in giudizio affidando l’incarico all’avvocato Paolo Gianolio, che da anni segue la partita ambientale. Ma una cosa è certa: a questo punto, conferma il legale, i tempi della giustizia amministrativa si raccorciano di molto rispetto al ramo civilistico, e la sentenza, che non contiene nemmeno richieste di sospensive, arriverà prevedibilmente fra un anno o al massimo due.
Perché tante more? La risposta data dai tecnici è univoca: se un cittadino versa un litro di gasolio in strada, serviranno circa 1.500 euro fra sanzioni e pulizia; nel caso del Sin, un sito inquinato di interesse nazionale decretato dalla legge 179/2002, cui è seguita la perimetrazione con decreto ministeriale il 7 febbraio 2003, ha tutto l’interesse a giocarsi la partita legale per cercare di scampare a onerosissimi obblighi rimediali di bonifica. Nel caso, oltretutto, si metta in conto che ci troviamo di fronte alla causa più significativa inerente al Sin dei nostri laghi.
Nel caso, fortemente auspicato dal Ministero ambientale, dalla Provincia e dal Comune, di ottenere soddisfazione, varrà il principio legislativo comunitario “chi inquina paga”, e si avrà finalmente l’avvio dei procedimenti di bonifica dei terreni e delle falde.