MANTOVA – Uno scostamento di bilancio per sterilizzare l’Iva sui carburanti, È quanto chiede Confcommercio, viste le attuali tensioni sui prezzi del petrolio: un problema dirompente per i consumatori oltre che per le imprese dell’autotrasporto. Nel settore la spesa per carburanti costituisce circa il 30% del totale dei costi operativi e nell’ultimo anno si sono già mediamente registrati, per ciascun veicolo pesante, maggiori costi per circa 10mila euro. Che ora, per il conflitto, potrebbero arrivare fino a 42mila euro. Pesanti le ripercussioni anche sui privati. Su 50 euro di benzina, infatti, il 39% finisce in accise, il 18% è di Iva, il 33% rappresenta il costo del prodotto, il 7,4% è ricavo industriale e solo l’1,9% è ricavo lordo del gestore. I gestori di carburanti chiedono al governo interventi urgenti e l’immediato ripristino dell’accisa mobile già prevista nella legge finanziaria 2008: a comunicarlo in una nota Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio. «In attesa che arrivino dal Governo i segnali richiesti i gestori, nel tentativo di arginare l’aumento vertiginoso dei costi a margini invariati, a partire dalla giornata di oggi, 14 marzo, terranno spenta l’illuminazione degli impianti in modalità self-service durante le ore notturne. Altre iniziative verranno valutate nei prossimi giorni per salvaguardare il mantenimento dei livelli occupazionali degli oltre 22mila distributori di carburanti, di un settore al servizio del Paese e dei cittadini che dà lavoro ad oltre 100.000 famiglie.