Stradoni: “In caso di seconda ondata ospedale operativo anche grazie a nuovi fondi”

MANTOVA – Nonostante l’allarme scattato dopo i focolai riscontrati prima nel viadanese e poi a Rodigo, l’ospedale Carlo Poma è in ogni caso pronto e attrezzato al meglio per far fronte a stretto giro ad un’eventuale ritorno della pandemia in autunno. A dirlo il direttore generale dell’Asst di Mantova, Raffaello Stradoni, il quale interpellato dalla  Voce ha fatto il punto sull’emergenza sanitaria e sui possibili scenari in caso di una seconda ondata. «Nella ultime settimane – ha spiegato – abbiamo vissuto una situazione particolare dove non sono mancate apprensioni e timori ma che per fortuna, così come era stato a luglio, grazie all’attività di screening dell’Ats i contagi sono stati ben controllati e circoscritti. Il numero dei contagiati negli ultimi giorni è sì aumentato ma questo è consequenziale alla situazione che si è venuta a creare. I nostri pronto soccorso e i reparti non presentano comunque criticità e non si segnalano ricoveri nelle Rianimazioni, fatta eccezione, se vogliamo, per l’unico operaio dell’azienda di Rodigo ospedalizzato ma già sottoposto a plasmaterapia». Un quadro attuale decisamente sotto controllo quindi e perfettamente in linea con le recenti disposizioni emanate dalla Regione Lombardia che proprio ieri, sempre secondo quanto dichiarato dal manager sanitario, ha deliberato un sostanzioso finanziamento in materia di edilizia sanitaria da destinare al nosocomio virgiliano circa interventi ulteriori e relativi all’emergenza covid. «Questa appena arrivata da Milano è una novità importante – ha sottolineato Stradoni – in quanto ci permette di tracciare il piano operativo e realizzare fin da subito quanto necessario per far fronte all’emergenza in caso di seconda ondata pandemica. Gli interventi nello specifico riguarderanno la realizzazione di reparti cosiddetti “polmone” da trasformare all’occorrenza in terapie intensive e semi intensive respiratorie. Poi vi sarà la duplicazione delle linee del pronto soccorso in modo da garantire la distinzione tra quella “pulita” e quella “sporca”. E infine anche altri reparti come quelli di medicina andranno attrezzati per poterli trasformare all’occorrenza in reparti di isolamento. Tutte queste linee rientrano infatti nelle indicazioni della Regione secondo cui dobbiamo mantenere degli spazi attrezzati da aprire nel giro di 12 ore per consentire, in caso di situazioni di crisi, l’adeguata assistenza sanitaria. Per il resto il modo migliore per non ripiombare nell’incubo già vissuto è quello di non abbassare la guardia, in quanto la tutela della salute pubblica dipende dai comportamenti individuali. A tal proposito ricordo l’uso della mascherina, il frequente lavaggio delle mani, il distanziamento e, in caso di sintomi anche minimi, contattare sempre il proprio medico di base».