Tari da pagare e neanche un euro in cassa

baschieri

MANTOVA –  Puntuali e implacabili: ecco in arrivo le cedole per il pagamento della tariffa rifiuti da parte di Mantova Ambiente. Cifre salate, come sempre erano state del resto, anche per quelle attività che di rifiuti veri e propri (ossia tutto ciò che non vada soggetto a riciclo) non ne producono o ne producono pochi.
A farsi portavoce di questi “tartassati” è il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale  Pier Luigi Baschieri, che mostra le copie delle rateizzazioni. «Cominciano a essere tanti quelli che sono in difficoltà – spiega –. Quelle che si profilano da oggi sono aperture con il mal di pancia. L’entusiasmo di tanti commercianti è frenato dai tanti vincoli imposti dal governo centrale per contenere il virus del covid. I più preoccupati sono come sempre ristoratori ed i gestori di bar che in questi mesi hanno visto come unica fonte d’entrata la somministrazione di bevande e alimenti mediante la modalità d’asporto. Troppo poco per recuperare il fatturato perso».
A gravare sull’incognita della Tari, che ha cambiato nome ben 5 volte in 10 anni, c’ è la mancata approvazione in consiglio del piano economico finanziario che tutti gli anni viene licenziato dal parlamentino di via Roma. «Questa volta – prosegue Baschieri – lo Stato, riconoscendo il caos generale e apportando modifiche alla modalità di calcolo, ha concesso ai Comuni la possibilità di licenziare le nuove tariffe entro il 30 giugno».
Un caos insomma, dal momento che non si conoscono ancora le intenzioni del governo e quanto metterà sul piatto per ristorare le tante attività danneggiate dalle chiusure.
Qui insomma, come rileva il capogruppo azzurro, «ci sono tariffe da pagare ma chi le dovrà pagare in cassa non ha un euro. Il Piano Mantova 2020 ha scontato solo i soldi delle chiusure dello scorso anno. Doveroso è interrogare l’assessore Andrea Murari per comprendere se il comune utilizzerà la quota dell’avanzo di bilancio 2020 (1.160.000 euro per la spesa corrente) per venire incontro ai tanti commercianti in sofferenza».