Tratta Mantova-Milano, una settimana di agonia: ieri e mercoledì due convogli soppressi

MANTOVA Anche ieri, come già nella mattinata di mercoledì, il treno per Milano è spirato sui binari. Il convoglio che avrebbe dovuto partire alle 6.41 ha visto sul tabellone delle partenze la scritta “Soppresso”, come il precedente delle 5.18 del giorno prima.
Ma non si tratta che delle ultime magagne che hanno interessato la tratta “maledetta” nell’ultima settimana, tutta caratterizzata da pesanti ritardi fra i 40 minuti e l’ora, tanto in andata che al ritorno dal capoluogo ambrosiano.
In tutti i casi si tratta di inconvenienti dovuti a guasti meccanici o a cedimenti del materiale rotabile. Fatto che ha inevitabilmente provocato un sollevamento di scudi da parte delle associazioni di tutela dei pendolari.  Andrea Bertolini, segretario Utp, non la manda a dire: «Il governatore  Fontana e il ministro  Toninelli insistono nel voler mantenere il servizio nelle mani di Trenord. Noi dell’Utp, ma anche il Comitato Pendolari in Orario di Cremona, chiediamo che tutto venga rimesso nelle mani di Trenitalia. E se Fontana non è in grado di garantire questo servizio, che si dimetta. Faccio presente – prosegue Bertolini – che l’abbonamento mensile per questi treni costa ai pendolari circa 100 euro, che diventano oltre 1000 in un anno. Una cifra inaccettabile data la qualità del servizio. Basti dire che il treno partito da Milano stasera (ieri, ndr) alle 18.20 con 40 minuti di ritardo ha lasciato i viaggiatori in attesa a Lambrate e Rogoredo sotto l’acqua tutto il tempo». La conclusione è nei fatti, conclude Bertolini: Trenord non è più in grado di fare fronte alle necessità dell’utenza. Raus.