Vaccini, richiami in corso nelle rsa mantovane

MANTOVA Il direttore della Fondazione Mazzali, Paolo Portioli, chiarisce che «nella prima mattina di mercoledì 10, non essendo arrivate le dosi previste per la seduta vaccinale di richiamo dei dipendenti, la stessa è stata sospesa. In tarda mattinata invece è arrivata la conferma che le dosi sarebbero arrivate e pertanto è stata fissata la nuova seduta per l’indomani». La spiegazione per questi ritardi sarebbe dovuta al fatto che «la regione Lombardia, ritenendo coperte sia la zona dell’alto mantovano, gravitante nella zona di Desenzano, che la zona del basso mantovano, afferente alla zona dell’Oglio Po, non ha inviato le corrispondenti dosi vaccinali». Il direttore aggiunge che in conseguenza a questa errata suddivisione nell’attribuzione per zone «l’ASST del Carlo Poma è rimasta temporaneamente sguarnita ed è per questo motivo che la regione, dopo essersi rivolta anche ad altre ASST del milanese, sta provvedendo ad inviare le ulteriori dosi a Mantova». «Peraltro, – chiosa ancora il direttore generale del Mazzali, – la scelta di vaccinare prima gli operatori deriva dal fatto che, mentre gli ospiti della struttura non hanno da mesi ormai contatti con l’esterno, gli altri hanno per contro famiglie e una vita sociale quotidiana».

Luca Talarico, il presidente della Fondazione Boni di Suzzara, riferisce anch’egli una forte preoccupazione per la mancata consegna dei vaccini Pzifer, soprattutto in relazione al completamento della seconda fase della vaccinazione, quella del richiamo entro i termini previsti. «Abbiamo una responsabilità importante, sia a livello sanitario ma anche morale, nei confronti dei nostri operatori, degli anziani ricoverati nelle nostre strutture e da ultimo anche nei riguardi dei parenti di questi. Stamattina io stesso ho inviato una mail al presidente Fontana e alla vicepresidente Moratti per spiegare la situazione in cui ci troviamo ad operare, senza però voler dare colpa ad alcuno. Noi ci sentiamo per certi versi l’ultima ruota del carro e non capiamo dove possa essersi inceppato il meccanismo, se si è davvero inceppato».

Chi invece è riuscito a parare il colpo nonostante la riduzione delle consegne da parte di Pfeizer del 30% circa, e a far fronte nonostante i ritardi nelle spedizioni dei vaccini, è il direttore del gruppo Mantova Salus, Guerrino Nicchio. «Noi abbiamo avuto la fortuna di partire abbastanza rapidamente: il 7 gennaio abbiamo iniziato a vaccinare sia nei due ospedali che nelle cinque Rsa da noi gestite. Siamo stati bloccati per completare le seconde dosi ma adesso, con la fornitura di oggi, praticamente gli ospedali li finiamo e completiamo quasi totalmente anche le Rsa».
Barbara Barison