Velazquez a Mantova, ipotesi di una mostra al Te

MANTOVA – Una notizia destinata a fare il giro del mondo, quella data in esclusiva dalla “Voce di Mantova” nell’edizione di martedì. Si tratta della scoperta, avvenuta a Mantova, di una opera inedita di Diego Velazquez, molto probabilmente un autoritratto giovanile databile fra il 1617 e il 1619, individuato dall’antiquario ed esperto d’arte virgiliano  Bruno Scardeoni, che per l’expertise si è avvalso della consulenza tecnica del restauratore  Giuseppe Billoni.
L’opera, un piccolo ritratto a olio su tela (cm 51,5 x 36,5) di proprietà di un collezionsta spagnolo, è arrivata a Mantova senza una autografia precisa, ma solo come opera di artista spagnolo del 17° secolo. È stata la perizia dell’esperto virgiliano, riconosciuto a livello internazionale, a mettere sulle tracce del maestro spagnolo ritenuto fra i massimi pennelli di tutti i tempi (il sommo addirittura secondo  Vittorio Sgarbi). Una perizia ribattuta dallo storico dell’arte  Paolo Bertelli, apprezzato docente universitario e nostro collaboratore.
Certo l’eco della rivelazione non poteva lasciare indifferenti le sedi istituzionali. Benché il dipinto non appartenga a un collezionista mantovano, ma spagnolo, per il solo fatto che abbia trovato grazie alla sensazionale attribuzione una “nuova vita” a Mantova, si sta ipotizzando di darne piena visibilità nelle “vetrine” artistiche della città. Una ipotesi che non ha lasciato indifferenti né il sindaco  Mattia Palazzi né il presidente del Centro Te  Stefano Baia Curioni. È presto dire se si possa realizzare una mostra dedicata solo a questo straordinario rinvenimento, ma lo stesso presidente della fondazione Te, da noi interpellato, ha assicurato attenzione al proposito di dare corso a un’esposizione, in linea con le strategie già in corso al Te: esposizioni straordinarie di una sola opera di assoluto richiamo, come pure è tendenza in altre aree a vocazione artistica, dove alle costose rassegne si preferisce esibire il singolo capolavoro.