Viadana, il ‘Premio Viadana 2020’ al MuVi ha avuto ospite la scrittrice pisana Lia Levi che ha presentato il romanzo ‘L’Anima Ciliegia’

VIADANA Si è tenuto all’interno del MuVi il terzo incontro della 25esima edizione del Premio Viadana, rassegna letteraria organizzata dall’assessorato alla cultura, dalla biblioteca comunale e dalla Fondazione Daniele Ponchiroli, con la scrittrice pisana Lia Levi che ha presentato al pubblico e ai lettori della giuria il romanzo in gara “L’anima ciliegia” edito da HarperCollins. Nelle parole di una delle più grandi scrittrici italiane, la storia di una donna che attraversa il XX secolo. Paganina nasce negli anni Trenta, da un padre così ateo che voleva chiamarla Ateina (ma poi non se l’era sentita). Paganina ha un carattere forte e indipendente, e una inclinazione per l’eroismo e gli eroi. Così quando incontra Guglielmo, che è stato partigiano con suo fratello Spartaco e ha fatto saltare da solo un camion di tedeschi, sa che è lui l’eroe che vuole al suo fianco. Le basta presentarsi, “Sono Paganina”, per dare inizio a un amore che attraverserà tutta la vita. Una vita che sarà percorsa da altre grandi passioni, su tutte quella della politica, che coinvolgerà tutta la famiglia, compresi i figli di Paganina e Guglielmo che poco dopo il loro matrimonio sono arrivati. Bilanciando con maestria le grandi tappe della storia italiana con le vicende private di Paganina e della sua famiglia, Lia Levi racconta la storia di una donna comune e straordinaria e delle persone che lei, riamata, ha amato. Attraverso lo sguardo di Paganina, Lia Levi ci racconta cinquant’anni di storia: la fine della Seconda guerra mondiale, il declino del fascismo, la caduta del Muro di Berlino, la parabola discendente del PCI. “La persecuzione razziale e i libri che scrivo sul tema ebraico – ha raccontato la scrittrice – sono ciò che ho vissuto: quello è un pozzo sempre in agitazione e in fermento. Quando uno scrive ha dentro un  mondo che vuole portare fuori e allora il mio desiderio di essere scrittrice si è riempito di quei contenuti, ma la mia ispirazione ha una componente femminile molto forte”.
Paolo Zordan