Al Teatro Valli di Reggio Emilia “Il Tamerlano” di Vivaldi con Ottavio Dantone e Accademia Bizantina

REGGIO EMILIA La Stagione di Opera della Fondazione I Teatri presenta, nei giorni venerdì 27 gennaio (ore 20.00) e domenica 29 gennaio (ore 15.30), un’autentica rarità, un’opera mai andata in scena prima a Reggio Emilia: Il Tamerlano ovvero la morte di Bajazet di Antonio Vivaldi, nell’edizione frutto del progetto curato da Ottavio Dantone per l’Accademia Bizantina e inciso in disco per l’etichetta Naïve.
La regia è affidata a Stefano Monti – sue sono anche scene e costumi – che spiega: “Pur se costruita attorno a personaggi con pertinenza storiografica l’opera si caratterizza per una sua astoricità. Tutto s’incentra sulle passioni, fino alla follia, il sublime si mescola con il terribile, la bellezza con la brutalità che poi altro non sono che la continua oscillazione fra l’alto e il basso della vita”.
L’azione è ambientata a Prusa, capitale della Bitinia, nel 1403: Bajazet, sultano turco, è stato sconfitto dall’imperatore tartaro Tamerlano che lo tiene prigioniero nel suo palazzo. L’unica ragione di vita per Bajazet è il profondo affetto per la figlia Asteria, anch’essa prigioniera.

Secondo la prassi in uso nella prima metà del Settecento, l’opera è nella forma di un ‘pasticcio’ che Vivaldi aveva realizzato scrivendo brani originali e altri provenienti da opere proprie o da altri autori sul canovaccio di un soggetto storico molto noto al pubblico. Il libretto di Agostino Piovene infatti fu messo in musica altre 40 volte a partire dal 1711, da Leonardo Leo, Georg Friedrich Händel, Nicola Antonio Porpora, Niccolò Jommelli, Giuseppe Sarti, Giuseppe Scarlatti, Josef Mysliveček, e tanti altri. “È cosi nota la storia del Tamerlano e di Bajazette – scriveva il librettista -, che invece di affaticarmi ad istruirne il lettore dovrei studiarmi a disimprimerlo da certe opinioni che vengono accreditate per vere”. La versione di Antonio Vivaldi (illuminata per l’occasione da una nuova edizione critica di Bernardo Ticci) fu presentata nel 1735 al Filarmonico di Verona.
Gli interpreti sono Bruno Taddia, Filippo Mineccia, Delphine Galou, Marie Lys, Federico Fiorio, Arianna Vendittelli. Disegno luci Eva Bruno, video Cristina Ducci, illustratore Lamberto Azzariti, coreografie Marisa Ragazzo e Omid Ighani.
Dopo Reggio Emilia lo spettacolo, che ha debuttato al Teatro Alighieri di Ravenna, sarà al Teatro Comunale Pavarotti di Modena.