Il Festival Verdi porta per la prima volta una sua produzione al Teatro Girolamo Magnani di Fidenza

PARMA Il XXII Festival Verdi porta per la prima volta una sua produzione al Teatro Girolamo Magnani di Fidenza, grazie anche al contributo di sostenitori che hanno scelto di supportare questo progetto, mettendo in scena Il trovatore, l’opera che inaugurò il Teatro nel 1861. Il dramma lirico in quattro parti di Giuseppe Verdi su libretto di Salvadore Cammarano tratto dal dramma El Trovador di Antonio Garcìa Gutiérrez andrà in scena sabato 24 settembre 2022, ore 20.00 (recite 2, 8, 13 ottobre 2022, ore 20.00) nell’allestimento realizzato per il Festival Verdi 2016 dal Teatro Regio di Parma con la regia di Elisabetta Courir, le scene di Marco Rossi, i costumi di Marta Del Fabbro, le luci di Gianni Pollini, le coreografie di Michele Merola.
Sebastiano Rolli dirige la Filarmonica Arturo Toscanini e il Coro del Teatro Regio di Parma, preparato da Martino Faggiani, nell’edizione critica della partitura a cura di David Lawton, the University of Chicago Press, Casa Ricordi srl, Milano. In scena Anna Pirozzi (24), Silvia Dalla Benetta (Leonora), Angelo Villari (Manrico), Simon Mechlinski (Conte di Luna), Rossana Rinaldi (Azucena), Alessandro Della Morte (Ferrando), Davide Tuscano (Ruiz – Un messo), Ilaria Alida Quilico (Ines), Chuanqi Xu (Un vecchio zingaro).

“Siamo felici e orgogliosi di portare un’opera in forma scenica al Teatro Magnani – dichiara Anna Maria Meo, Direttore Generale del Teatro Regio di Parma – “poiché ciò rappresenta una conferma importante di uno degli impegni del Festival Verdi: far sì che la musica di Verdi possa risuonare e diffondersi al di fuori di Parma, come accade già con Busseto, in un territorio che custodisce veri e propri scrigni di una tradizione di inestimabile valore. Inserire il Teatro Magnani, la cui storia si incrocia con quella di Verdi e del Regio, nel cartellone del Festival Verdi, e portare per la prima volta una produzione su quel palcoscenico grazie a una visione sinergica e condivisa con le Amministrazioni di Parma e Fidenza e al supporto di aziende e sostenitori appassionati che hanno creduto in questo progetto, rappresenta un’occasione straordinaria per il pubblico e la stampa che si recheranno qui da ogni parte del mondo in occasione degli spettacoli. Un appuntamento, dunque, che ci auguriamo possa trovare una sua conferma nelle prossime edizioni, rendendo Fidenza una tappa fissa nel programma del Festival”.

“Fidenza è orgogliosa di aprire le porte del proprio Teatro “G. Magnani” al Festival Verdi – dichiara Andrea Massari, Sindaco di Fidenza “con la rappresentazione de Il trovatore, l’opera che inaugurò il nostro teatro nel 1861, e con la quale oggi riportiamo le terre dove Verdi ha vissuto al centro del palcoscenico mondiale anche grazie al sostegno di tante aziende del territorio”.

Composta tra il 1851 e il 1853 per il Teatro Apollo di Roma, Verdi scelse un soggetto da lui definito “bellissimo, immaginoso e con situazioni potenti”: il dramma El trovador di Gutiérrez, rappresentato a Madrid nel 1836, affidandolo al librettista Salvatore Cammarano. “Al pubblico della prima – scrive Giuseppe Martini “il 19 gennaio 1853, l’opera dev’essere apparsa stranamente antiquata, i personaggi delle specie di maschere drammatiche più che caratteri realistici definiti, gli eventi romanzeschi e al limite dell’improbabile, ma è indubbio che Verdi lo aveva fatto apposta. L’intenzione era di dar fondo alle estreme possibilità di un modello operistico di grande successo popolare (vicenda rocambolesca, varietà di pezzi chiusi, contrasti violenti, sentimenti focosi, cabalette al calor bianco, iperbole vocale) lasciando alla musica il compito di saldare dimensione reale e dimensione onirica, presente e passato, con una forza talmente dirompente da farla prevalere sul dramma e letteralmente guidare l’azione scenica […]. Nel momento in cui Verdi, acquisita la residenza di Sant’Agata e divenuto protagonista assoluto del teatro musicale italiano, matura autorevolezza e autonomia personale e professionale, la sua musica diviene perciò non ispirazione ma fonte della drammaturgia, offrendogli una chiave – di cui si gioverà grandemente la sua carriera successiva – al problema di equilibrare dimensione musicale e vicenda drammatica”.
“Il trovatore – afferma Sebastiano Rolli “è un’opera di mezzo che chiude i conti con un discorso iniziato nel teatro italiano da Bellini e Donizetti. È l’epitaffio al belcanto, l’epigrafe del dramma romantico, uno spartiacque nell’universo creativo verdiano fondato su mito-racconto-memoria. Gianandrea Gavazzeni lo considerava la Passione secondo Matteo degli italiani. È il ripensare il dramma romantico da parte di chi ha già superato in realismo e universalità di scrittura il belcanto e il primo Ottocento. La sublimazione in termini poetici dell’umana sofferenza”.

“Riprendere oggi, dopo diversi anni, Il Trovatore permette di continuare a riflettere criticamente sui suoi significati e sul linguaggio per mezzo del quale ci vengono trasmessi i suoi messaggi, su quanto essi siano attuali ed universali – scrive Elisabetta Courir. “La storia ci narra di quanta influenza abbia il passato sul presente, soprattutto se in assenza di una vera giustizia. L’origine del dramma risiede nel rapporto che si instaura tra i personaggi e la morte ponendoci subito di fronte agli enigmi fondamentali dell’uomo, sul senso della sua esistenza nel suo rapporto con gli altri e con l’assoluto […]. In questa produzione non ci sono fuochi, incudini o guerre: ho voluto concentrare tutta l’attenzione sul fatto che Il trovatore sia un dramma costruito su lunghi racconti, com’è insito nel significato semantico del titolo, concetto originario dell’atto poetico. I quattro protagonisti hanno necessità di raccontarsi e attraverso i loro racconti, rivivono le loro stesse paure e i loro stessi deliri, lacerandosi in un susseguirsi di scene che mostrano la spietatezza dei rapporti. Vivono immersi in una dimensione tra passato e futuro, oscillando tra la rievocazione di fatti avvenuti e il presagio di cose che accadranno. Sono la conferma che esistono molti modi di morire: il peggiore è quello di rimanere vivi”.

Edificato su progetto di Nicola Bettoli, l’architetto di corte di Maria Luigia a cui si deve la costruzione del Nuovo Teatro Ducale a Parma, il Teatro porta il nome dello scenografo fidentino che realizzò decine di scene per le opere verdiane, tra cui proprio quella dell’opera inaugurale. Una storia, dunque, che si intreccia con quella del Teatro Regio e con Giuseppe Verdi e che, per l’edizione 2022 del Festival, viene rinnovata grazie alla sinergia tra il Comune di Parma e il Comune di Fidenza e alle erogazioni liberali di chi ha voluto essere a fianco delle istituzioni in questo progetto ambizioso, ma sicuramente in linea con la mission del Festival Verdi.

INCONTRI, PROVE APERTE
Le prove di Il trovatore, momenti cruciali nei quali la complessità del lavoro in scena e dietro le quinte trova un’emozionante sintesi, sono aperte al pubblico giovedì 22 settembre, ore 15.30 al Teatro Girolamo Magnani di Fidenza.

IL TROVATORE IN DIRETTA SU RAI RADIO 3
La prima de Il trovatore al XXII Festival Verdi in diretta radiofonica: la serata di sabato 24 settembre 2022, ore 20.00 sarà trasmessa su Rai Radio 3, per offrire ai radioascoltatori appassionati l’emozione del debutto dell’opera al Teatro Regio di Parma.

BIGLIETTERIA DEL TEATRO REGIO DI PARMA
Strada Giuseppe Garibaldi, 16/A 43121 Parma Tel. +39 0521 203999 biglietteria@teatroregioparma.it
Orari di apertura: dal martedì al sabato ore 11.00-13.00 e 17.00-19.00 e un’ora precedente lo spettacolo. In caso di spettacolo nei giorni di chiusura, da un’ora precedente lo spettacolo. Chiuso il lunedì, la domenica e i giorni festivi.
Il pagamento presso la Biglietteria del Teatro Regio di Parma può essere effettuato con denaro contante in Euro, con assegno circolare non trasferibile intestato a Fondazione Teatro Regio di Parma, con PagoBancomat, con carte di credito Visa, Cartasi, Diners, Mastercard, American Express. I biglietti per tutti gli spettacoli sono disponibili anche su festivalverdi.it. L’acquisto online non comporta alcuna commissione di servizio.