Tony Hadley “rispolvera” gli Spandau

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MANTOVA Un nuovo tour e un nuovo album. Tony Hadley, una delle voci maschili più apprezzate nel mondo prima con gli Spandau Ballet poi da solista, fa tappa al PalaUnical il 24 aprile (ore 21), recuperando così la data annullata a febbraio per un intervento al ginocchio subito dall’artista. “The Mood I’m In”, il titolo del nuovo album dallo scorso 12 aprile su tutte le piattaforme, in vinile e cd.
Hadley, questo nuovo lavoro sembra una sorta di ritorno alle origini, allo swing. È una sensazione corretta?
“Mi piace questa definizione di ritorno alle origini. Il mio amore per la musica swing è iniziato quando ero molto giovane. Mi ricorda la preparazione del pranzo domenicale, sempre accompagnata dai classici di Frank Sinatra e Tony Bennett. Anni dopo, quando formammo la nostra prima band a scuola, che poi sarebbe diventata gli Spandau Ballet, i miei genitori mi esortarono a non dimenticare i classici cantanti jazz, anche se amavo il punk rock”.
Perché la scelta del vinile in cinque colorazioni diverse?
“Non abbiamo voluto fare i furbi e convincere le persone ad acquistare più dischi (ride). Piuttosto abbiamo dato la possibilità di scegliere la colorazione preferita, riprendendo i toni contenuti nell’immagine di copertina”.
Ha sempre avuto un legame molto forte con l’Italia. Come lo spiega?
“Probabilmente lo devo ai successi con gli Spandau Ballet. Allora c’era Videomusic, un’emittente molto seguita in Italia. Le nostre canzoni avevano musiche melodiche, vicine alla vostra tradizione. Il pubblico italiano ha continuato poi a rimanermi vicino anche da solista e di questo gliene sono grato”.
Cosa si prova a essere l’interprete di canzoni senza tempo come “Through the Barricades”?
“Ci sono artisti che rinnegano il proprio passato ed evitano di cantare le vecchie canzoni. Io invece credo sia un dovere dare ai fan quello che si aspettano e se vogliono “Through the Barricades” non intendo deluderli”.
Qual è il segreto per rimanere sulla cresta dell’onda così tanti anni?
“Sono una persona onesta, dico sempre quello che penso. E poi canto in modo tradizionale. Forse questo è il segreto”.
Stiamo vivendo anni difficili. Cosa si augura per le future generazioni?
“Indipendentemente dal luogo nel quale nasciamo, tutti vogliamo crescere i nostri figli in un ambiente sereno e pacifico. Non abbiamo bisogno di queste guerre. Se non stiamo attenti, non moriremo per il riscaldamento globale ma per una guerra mondiale massiva e non rimarrà nulla per nessuno”.
Se tornasse indietro, c’è una scelta che non rifarebbe?
“Non credo nei rimpianti. Mi augurerei di non fare così tanti errori”.
Un sogno nel cassetto?
“Voglio sempre migliorarmi. Essere un cantante migliore, scrivere canzoni migliori e imparare a caricare meglio la lavastoviglie così mia moglie è felice”.
Tiziana Pikler

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