Tracce di jazz, omaggio a Charlie Parker con Jesse Davis

CASALMAGGIORE Tra i tanti grandi anniversari del 2020, il Teatro Comunale di Casalmaggiore, nell’ambito della rassegna “Tracce di Jazz” promossa dall’Assessorato alla Cultura e dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Casalmaggiore, tributa un doveroso omaggio a Charlie Parker, di cui nell’anno in corso ricorre il centenario della nascita.

Un gigante del jazz, Parker è stato insieme a Louis Armstrong e a Miles Davis il più influente jazzista di sempre, l’inventore del bebop, un sassofonista impareggiabile che ha imposto uno stile e un modo di suonare a generazioni di musicisti.

A celebrare “Bird” è Jesse Davis, il sassofonista afro-americano più richiesto in Europa il cui sound è tra i più autentici fra quelli in circolazione. Il sassofonista di New Orleans, dopo grandi esperienze con leggende del jazz come Lionel Hampton, Chico Hamilton, Illinois Jacquet, Kenny Barron presenterà, venerdì 7 febbraio alle ore 21 alla testa del suo quartetto composto da Nico Menci (piano), Paolo Benedettini (contrabbasso) e Adam Pache (batteria), un concerto-evento dedicato al genio di Charlie Parker preceduto giovedì 6 febbraio alle ore 21 da un Workshop (per iscrizioni teatro@comune.casalmaggiore.cr.it).

Nato il 29 agosto 1920 a Kansas City, Charlie Parker è stato uno dei più grandi sassofonisti dell’intera storia del jazz e in particolare dell’era del bebop, un autore la cui influenza è palese non solo in ambito musicale e in ambito jazzistico: ai pensi all’ascendenza sui poeti della Beat Generation, in particolare Kerouac. Un’occasione per celebrare un genio della musica del XX secolo, con inevitabili riferimenti alla sua parabola esistenziale breve e intensissima, che ha bruciato assai presto tutte le tappe e infine se stessa. Debilitato da seria instabilità emotiva e mentale, dall’abuso di stupefacenti, da eventi luttuosi, quali la perdita della figlioletta Pree nel 1954, Charlie Parker è scomparso prematuramente, non ancora trentacinquenne, il 12 marzo del 1955, lasciando peraltro insoluto l’eterno enigma circa quel nomignolo ormai celebre (bird, contrazione di yardbird) che lo ha accompagnato per buona parte della sua vita.