Accoglienza profughi ucraini: chi li ospita è lasciato da solo

ACQUANEGRA – La solidarietà e la capacità di accoglienza degli italiani, e dei mantovani nello specifico, è immensa e ogni qualvolta sia necessario dimostrare tali virtù il cittadino è pronto, si mette in gioco per dare il massimo a chi ha bisogno d’aiuto. Come quello che sta accadendo riguardo all’emergenza scattata a causa della guerra Russia-Ucraina. Centinaia di ucraini stanno cercano rifugio, un’ accoglienza che viene data loro dai cittadini che sono pronti a dargli un tetto sulla testa. Acquanegra, come anche molti altri Comuni mantovani, ha chiesto ai cittadini aiuto e quindi di mettere a disposizione, nel caso io cui ci sia la disponibilità, alloggi. Ma la generosità del singolo non basta, occorre l’aiuto e l’appoggio, soprattutto economico, delle istituzioni che, al contrario, latitano. Una situazione, quella citata, che viene evidenziata da persone che stanno ospitando alcuni profughi arrivati pochi giorni fa ad Acquanegra. «Siamo felicissimi di poter soccorrere questa gente, e siamo pronti ad aiutarli affinché possano trovare la giusta ospitalità ma da soli, senza il supporto delle istituzioni, facciamo fatica soprattutto per quanto riguarda l’aspetto burocratico e ancor più quello economico – afferma Marcella De Antoni, responsabile dell’associazione locale Boom, “Noi sosteniamo De Donno” -. Noi abbiamo messo a disposizione appartamenti e case sfitti per accogliere donne e bambini e siamo pronti a fare per loro tutto il possibile ma lo Stato non ci aiuta per nulla. All’arrivo, io ospito quattro donne e un bambino, entro 48 ore dobbiamo registrali in Comune, in Questura e in Prefettura e poi fargli fare il tampone. Va bene, ma poi? Anche solo il tampone antigenico è a nostro carico, abbiamo chiamato Ast ma sono stati alquanto generici nel darci consigli. Molte di queste persone, che assicuro danno a tutti lezioni di dignità e coraggio, arrivano con i loro risparmi, pronti quindi a mantenersi, ma per assurdo le banche rifiutano di cambiare la valuta ucraina. A livelli burocratico, poi, siamo bloccati, un esempio su tutti; le utenze, luce, gas, a chi le intestiamo? Se lo fanno i proprietari delle case poi devono pagarci le tasse e questo non è giusto. Anche le associazioni locali, che si sono mosse per dare aiuto, sono lasciate da sole a sostenere spese che non si possono permettere. Ultima cosa, altrettanto importante, i bambini andranno a scuola insieme ai nostri figli, perfetto ma gli istituti scolastici hanno pensato a come riuscire ad integrarli? I piccoli parlano solo ucraino o russo. Ribadisco il concetto che tutto è stato lasciato al volontariato e alla bontà delle persone ma non basta, serve un un ente che organizza e che gestisce, l’emergenza può essere arginata ma tra qualche settimana da soli sarà dura».