ASOLA Lettera aperta sui social al sindaco Giordano Busi inviata da un cittadino asolano, il ricercatore storico e fotografo Armando Bertuzzi, portavoce di una parte degli abitanti di via Adige (lato ovest) e anche di altre zone limitrofe a via Colombo, per sollecitare le autorità competenti ad una urgente pulizia con disinfestazione del giardino pubblico della zona.
Più che un’accusa, la lettera è una denuncia nei confronti di quella parte di cittadinanza asolana che non rispetta le più elementari regole della convivenza pubblica e civile. Una richiesta di aiuto all’amministrazione comunale alla quale Bertuzzi chiede di intervenire al più presto sulle modalità di risanamento del parco.
“I bambini sono costretti a giocare fra gli escrementi dei cani che, forse per comodità, vengono portati ad espletare i propri bisogni fra i giochi – scrive Bertuzzi -. Una volta c’era una tassa sui cani, oggi sarebbeb utile per far pulire marciapiedi e giardini. Per anni alcuni abitanti, come il sottoscritto ed altri, si sono impegnati a pulire, ma oggi per vari motivi ci siamo stancati, visto che giornalmente l’immondizia viene anche alimentata da decine di ragazzi che dal tramonto a piena notte, sfruttano quello che è rimasto del “parco dei bambini” lasciando bottiglie, lattine, cartoni di pizza, borsine, sigarette e fanno ogni tipo di bisogni personali dietro cespugli e alberi non curandosi del patrimonio pubblico e del luogo. Come altri cittadini – continua lo storico Bertuzzi – ci domandiamo che cosa fanno e dove sono i vigili urbani dopo le 17. Ovviamente loro non hanno nessuna colpa, ma a questo punto viene da chiedersi a cosa servono questi stipendi e queste spese per mantenere un fantomatico e costoso consorzio di vigilanza, ricco di mezzi, se poi non abbiamo la sorveglianza urbana locale”.
I cittadini insomma auspicano che i quartieri vengano costantemente e maggiormente sorvegliati. Inoltre segnalano come il parco di via Adige abbia bisogno di pulizia, di disinfestazione di un taglio degli alti e trascurati alberi – che un tempo gli abitanti curavano e avevano gratuitamente piantumato – e come forse il parco necessiti anche di una rete di cinta che delimiti il parco dei bambini da coloro che a decine, dopo cena, fino all’alba rimangono in zona.