Dal Comune fondi alle famiglie per il mantenimento dell’alloggio in affitto

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ASOLA Il Comune intende sostenere con risorse economiche proprie i nuclei famigliari che si trovano in difficoltà a seguito della crisi economica derivante dall’emer – genza sanitaria legata al Covid-19, attraverso l’erogazione di contributo economico sulle spese d’affitto. Per questo la Giunta del sindaco Giordano Busi ha destinato la somma di poco meno di 43mila euro per un sostegno diretto che si configura come ulteriore e integrativo dei contributi regionali già previsti attraverso il fondo per l’emergenza abitativa.
«L’emergenza sanitaria – spiega il sindaco – sta generando ancora condizioni di difficoltà economica per alcune famiglie che si trovano a subire le conseguenze derivanti dalla sospensione di attività lavorative e commerciali, con la perdita del lavoro, la cessazione di attività libero-professionali e la riduzione drastica dell’orario di lavoro.
Una serie di misure di sostegno alle famiglie sono state già messe in campo dal Governo e dalla Regione Lombardia, con riferimento alle necessità primarie, al sostegno alla locazione, alla disponibilità di vari “bonus” a sostegno delle spese famigliari, ma l’attuale situazione internazionale fa presupporre il perdurare delle difficoltà economiche per le famiglie a causa della difficile ripresa economica ».. E’ prevista l’erogazione di un contributo economico per sostenere il pagamento dei canoni non versati e l’entità del contributo potrà coprire fino a 8 mensilità e comunque non oltre 3mila euro per ogni alloggio. Potranno presentare domanda di contributo all’ufficio protocollo del comune entro giovedì 30 giugno, i nuclei familiari che non siano sottoposti a procedure di rilascio dell’abitazione e non siano proprietari di alloggio adeguato, abbiano un Isee non superiore a 26mila euro e siano residenti in un alloggio in locazione da almeno 6 mesi alla data di presentazione della domanda. Per il riconoscimento del beneficio costituirà criterio preferenziale la condizione di perdita del posto di lavoro, una consistente riduzione dell’orario di lavoro di oltre il 25%, il mancato rinnovo dei contratti a termine, la cessazione attività libero-professionali e la malattia grave o decesso di un componente del nucleo familiare. (p.z.)